Pena di morte: l'Italia propone la moratoria all'assemblea dell'Onu

L'ambasciatore italiano al Palazzo di Vetro ha presentato alla presidenza del Consiglio di Sicurezza dell'Onu la proposta del governo italiano per la moratoria universale della pena di morte. Si riapre il dibattitto dopo l'impiccagione di Saddam, il governo iracheno apre un'inchiesta sulla morte del raìs

Pena di morte: l'Italia 
propone la moratoria all'assemblea dell'Onu

Roma - Con la richiesta formale presentata all'Onu il governo italiano riapre il dibattito sull'esecuzione capitale in tutto il mondo. L'ambasciatore italiano al Palazzo di Vetro, Marcello Spatafora, ha presentato alla presidenza del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite la proposta per la moratoria universale della pena di morte. L'Italia ha chiesto al presidente di turno, il russo Vitaly Churkin, che l'assemblea generale delle Nazioni Unite riprenda in esame il tema della sospensione, in tutto il mondo, della pena capitale. La questione, infatti, non dipende direttamente dal Consiglio ma dall'assemblea dei 192 membri delle Nazioni Unite. Il colloquio bilaterale con l'ambasciatore russo è il primo passo in vista della formalizzazione della proposta. 

Nella sua prima dichiarazione alla stampa da segretario generale il nuovo capo dell'Onu, Ban Ki Moon, non ha chiuso la porta alla moratoria sulla pena di morte. “La pena capitale è una materia che ciascuno stato deve decidere, ma come segretario generale posso dire che, pur concordando pienamente contro l'impunità dei colpevoli, mi auguro che gli stati membri prestino piena attenzione a tutti gli aspetti della legge umanitaria”, ha detto Ban entrando al Palazzo di Vetro nella sua prima giornata di lavoro.

Molto polemico per la risonanza mediatica data all'esecuzione di Saddam è L’Osservatore romano. Il quotidiano della Santa Sede scrive che è un altro esempio di violazione dei più elementari diritti dell'uomo. "Nel panorama di tristi episodi a cui la recente storia dell'Iraq ha purtroppo abituato l'opinione pubblica mondiale c'è anche l'esecuzione di Saddam”. Il giornale del vaticano aggiunge anche che “l'aver esposto al pubblico ludibrio una persona condannata a morte, per quanto colpevole potesse essere, spettacolarizzando la sua fine, è da biasimare perché non si avverte l'urgenza di gesti di tracotanza, ma di segni che vadano nella direzione opposta”.

Anche la politica italiana continua a interrogarsi sulla pena di morte, dopo l’esecuzione dell’ex dittatore iracheno. L’iniziativa più clamorosa è quella del leader radicale Marco Pannella, che da alcuni giorni sta portando avanti lo sciopero della fame e della sete. "Sono molto felice di riuscire a intravedere una via d'uscita - ha replicato a Prodi - ma credo che dobbiamo rimboccarci le maniche e cercare il sostegno di personalità internazionali. Solo così potremmo ottenere anche quella credibilità presso i delegati Onu dei vari paesi che è necessaria per ottenere di slancio questa iniziativa". Il giudizio dei politici è quasi unanimemente contrario alla pena capitale: “Tutte le iniziative che in questo momento stanno partendo dall’Italia contro la pena di morte vanno sostenute con un impegno corale”. Lo dichiara Gianni Alemanno, deputato di Alleanza Nazionale. “La cultura italiana e i valori cattolici - spiega - ci spingono a trovare una convergenza trasversale almeno sul principio fondamentale della difesa della vita. Per questo il digiuno di Pannella merita rispetto e attenzione e le iniziative del governo un sostegno convinto”.

"Pannella ha ottenuto un risultato importante - dichiara Raffaele Costa (Forza Italia): quello dell'iniziativa del Governo presso l'Onu, che non sarà risolutivo ma che contribuirà ad ottenere, certo fra qualche anno, il risultato che liberali, socialisti e cattolici, conservatori e progressisti, all'unisono si propongono. Pannella però deve chiudere in attivo questa sua iniziativa e cessare lo sciopero. Pena l'autocondanna a morte. L'eurodeputato di Alternativa sociale Alessandra Mussolini, propone di "sospendere le relazioni diplomatiche e commerciali con quei paesi che ancora hanno all'interno della loro costituzione la pena di morte".

Fiducioso sul ruolo che l'Italia può giocare in sede Onu è l'azzurro Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia: "Prima della presentazione in sede Onu delle procedure formali per chiedere la moratoria sulla pena di morte l'Italia può e deve lavorare per creare un largo consenso altrimenti l'iniziativa rischia di essere propagandistica. Ciò che è emerso - aggiunge Formigoni - è una conferma oltre che del modo barbaro anche dell'errore umano e politico. La nostra è una civiltà fondata sul rispetto della persona".

Fuori dal coro, nella Cdl, la voce di Roberto Calderoli (Lega Nord). “Dopo aver pagato la sinistra estrema con la Finanziaria che toglie ai ricchi, ma bastona anche i poveri, ora Prodi va a pagare anche il ricatto dei Radicali, andando a sostenere un'ipocrita moratoria contro la pena di morte: ma si pensa veramente che i Paesi che ancora applicano regolarmente la pena di morte possano tenere minimamente in considerazione le Nazioni Unite o le iniziative di Prodi? Siamo all'ipocrisia allo stato puro”.

Soddisfatto della reazione europea il viceministro degli Esteri, Ugo Intini: “L'identità dell'Europa è venuta con forza alla ribalta. È un grande segnale morale e di principio.

L'Europa è quell'area del mondo dove si rifiuta la pena di morte e noi vorremmo esportare questa visione saggia della vita", ha spiegato Intini, aggiungendo che "bisogna riconoscere a Pannella un grande merito nell'essere stato di stimolo".

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