Penati chiede al Tar di bloccare la vendita Sea

Giannino della Frattina

Ancora Penati contro Albertini, ancora un ricorso contro la vendita della Sea. Lo ha presentato ieri la Provincia che chiede al Tar di impedire a Palazzo Marino la cessione del 33 per cento della società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa. «Al di là dell’annullamento di atti palesemente illegittimi - si legge in un comunicato - la Provincia intende tutelare il pubblico impedendo che ingenti risorse, circa 66milioni di euro, finiscano nelle tasche dei privati, che venga svalutata e svenduta un’azienda importante come Sea e che si tuteli il suo sviluppo, garantendo in questo modo una maggiore competitività al sistema degli aeroporti milanesi. Proprio il sistema aeroportuale regionale, infatti, rischia di essere offuscato da una politica miope come quella dimostrata dal Comune e dalla concorrenza degli altri aeroporti europei».
Il Comune, da parte sua, sembra assolutamente intenzionato ad andare avanti con la privatizzazione sottoscritta da tutti i partiti nel programma alla vigilia delle elezioni. E questo anche dopo l’ultima decisione del Tar della Lombardia che ha rinviato l’udienza al prossimo 12 aprile. Ma ai piani alti di Palazzo Marino, dopo una prima reazione stizzita, si è deciso di tirar dritto. «Adelante compañeros», scherzava l’assessore Giulio Gallera dopo l’ultima giunta in cui si è discusso della questione. Preludio alle riunioni degli studi legali invitati dal sindaco Gabriele Albertini a trovare una strada sicura verso la vendita.
«Una serie di incontri e riunioni - spiega il vicesindaco Riccardo De Corato - che proseguiranno. La nostra volontà è quella di procedere, anche se in che termini e con quali modalità non lo possiamo sapere. Soprattutto perché, vista la situazione, non si possono commettere errori». Ribadita, poi, la convinzione di trovarsi di fronte a una «decisione paradossale del Tar». «Di fronte a una sentenza del giorno prima del massimo organo della giustizia amministrativa - attacca De Corato - cioè il Consiglio di Stato che diceva che gli esponenti dell’opposizione di Palazzo Marino non avevano alcun titolo a ricorrere, il Tar ha accettato il rinvio chiesto dai legali del centrosinistra.

Il Tribunale amministrativo, vista la sentenza del Consiglio di Stato, non avrebbe dovuto nemmeno prendere in considerazione la richiesta di rinvio, visto che i consiglieri di opposizione non avevano nemmeno titolo per ricorrere. E invece è andata così in maniera del tutto illogica. Ma noi andiamo avanti perché in gioco ci sono grandi opere fondamentali per Milano, dalla linea quattro del metrò al canale scolmatore di Niguarda».

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