Prima notizia: «Alle Provinciali 2009 non escludo di candidarmi solo con il Pd, senza alleanze politiche». Seconda notizia: «La sicurezza è un problema vero delle persone e la sinistra non può girare la testa dallaltra parte». Terza notizia: «Giuseppe Mazzini considerava vittorie i disastri, questo è lo spirito del centrosinistra oggi».
Tris di uppercut messi a segno da Filippo Penati che, ieri, allOttagono, si è confrontato con Gad Lerner attorno alla «politica democratica per larea metropolitana». Tema declinato nellintegrazione, sviluppo e sicurezza. Sostantivo, questultimo, che separa linquilino di Palazzo Isimbardi dallaltro candidato alle primarie del Pd. «Ritengo che il problema della legalità si debba affrontare evitando di cavalcare il malcontento», sbotta Lerner. «La politica deve rispondere alle esigenze dei cittadini ma anche a delle regole. A Milano, deve esserci un cambiamento di approccio alle tematiche della sicurezza» continua il giornalista ricordando come «sino a oggi, le giunte abbiano solamente sgomberato i campi nomadi senza poi preoccuparsi di dove andavano a dormire quelli che chiamano abusivi». Come dire: «La politica ha il compito, anzi il dovere, di occuparsi anche di questo».
Ma Penati ha unaltra visione. «Cominciamo a far sì che la politica sia al servizio dei cittadini». Già, serve «un cambio di cultura», «il risultato elettorale - aggiunge il presidente della Provincia - è il frutto di una politica che sta dalla parte dei cittadini: il Pd è innovativo proprio perché deve realizzare una nuova politica che parta da loro». Certezza che Lerner aggredisce: «Ti ricordo, Filippo, che la tua vittoria è avvenuta su una alleanza di tutta la sinistra». Secca la replica: «Ma caro Gad, finora è mancato il confronto sulla linea politica. Il Pd è loccasione vera per dialogare e affrontarsi sulle idee politiche».
Traduzione: è sbagliato stare insieme su programmi indefiniti e, avverte Penati, «senza poi neppure realizzarli». Giusta, quindi, lannotazione lerneriana «fosse un consigliere del Prc nella tua Provincia ti farei cadere dopo questaffermazione». Nota che Penati coglie al balzo, «in Provincia facciamo riunioni lunghissime ma democratiche per arrivare a una decisione condivisa. Risultato, zero. Ecco perché il Pd devessere il partito del fare e del fare bene».
«Impensabile» dunque «consegnare il 15 ottobre il partito agli alleati» e continuare a discutere «su chi sta con noi o no».
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