Sostiene che la «verifica interna alla maggioranza» è stata «rapida» e, assicura, per niente «faticosa». E che, quindi, il patto con gli elettori del centrosinistra continua ad essere rispettato: «Siamo tutti uniti nellopposizione a quel progetto della Tangenziale est esterna di Milano nato senza il consenso e la condivisione degli enti interessati».
Filippo Penati mette dunque la parola «fine» al progetto della Tem, come richiesto dai Verdi pronti a dar battaglia - e persino «attivare» Romano Prodi per un giurì donore - se la Provincia di Milano avesse mai dato il via libera ai lavori di questinfrastruttura. Risposta, quella del presidente diessino, che rappresenta «lennesimo compromesso, con tutta la maggioranza che fa festa dopo una verifica sul nulla» annota Bruno Dapei, capogruppo di Forza Italia. Commento che ben sintetizza linutilità di questo passaggio interno alla maggioranza di Palazzo Isimbardi, dove le scelte su vecchie e nuove autostrade provocano solo motivo di tensione. Che, naturalmente, Penati da equilibrista tenta di governare al ribasso promettendo «una risposta concreta e condivisa con gli enti territoriali interessati e valorizzando i contributi di idee di tutta la coalizione». Percorso tortuoso che allontanerebbe sempre più i tempi di progettazione e valorizzazione del vagheggiato e non meglio precisato «progetto alternativo alla Tem».
E mentre il Comune denuncia che ogni ritardo si traduce in «strade più congestionate ovvero minor sicurezza stradale e quindi più incidenti e feriti», la Regione fa sapere che «oggi come oggi è letteralmente impossibile toccare limpianto generale della Tem». «Siamo sempre aperti al confronto, però è difficile immaginare alternative alla tangenziale» osserva Alessandro Moneta: «Si possono vedere elementi specifici ma limpianto generale non si può toccare perché, altrimenti, la costruzione che già avrà tempi lunghi sarebbe ritardata».
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