Penati sogna un futuro da «supersindaco»

Chiara Campo

Filippo Penati sogna già un futuro da «supersindaco». «Nel 2009 la Provincia di Milano non dovrà più esistere - afferma il presidente di Palazzo Isimbardi -. Scompaia per essere sostituita dalla Città metropolitana, con un sindaco eletto direttamente dai cittadini e che si occupi di quattro-cinque temi, come traffico, trasporti, sviluppo economico, stranieri. acqua ed energia, sottraendo queste competenze ai Comuni che invece riceveranno quelle lasciate libere dalla Provincia, come edilizia scolastica o malattie mentali». Proposta di legge («frutto del lavoro del centrosinistra e centrodestra», precisa Penati), che lunedì mattina Palazzo Isimbardi presenterà insieme all’Unione delle Province italiane (Upi) durante un convegno allo Spazio Oberdan, aprendo il dibattito sulla legge di istituzione della Città metropolitana che è all’esame del Parlamento attraverso la Commissione La Loggia.
«L’assemblea dei sindaci, che dopo il distacco della Provincia di Monza scenderanno da 189 a 159 - prosegue nel dettaglio Penati -, diventi da subito l’assemblea costituente della Grande Milano. Poi sarà organo consultivo del supersindaco e del consiglio metropolitano». Sentite tutte le campane, però, alla fine dei conti «sarà lui a decidere». Gli aeroporti sono a Linate e Malpensa, la nuova Fiera a Pero, continua, «Milano non è più identificabile nei confini amministrativi attuali. Alla Città metropolitana devono andare competenze su temi che coinvolgono il territorio più allargato. Per questo chiedo al Parlamento di porre da subito le condizioni normative che consentano il rapido esaurimento del ruolo di governo della Provincia e di prevedere dopo le elezioni del 2006, per il 2009, anno di scadenza naturale del mio mandato di presidente, una nuova tornata elettorale per eleggere sindaco e consiglio della città metropolitana». Sacrificare la Provincia dunque, perché l’immagine di oggi è polverosa, non possiamo restare all’immagine delle carrozze a cavalli quando il mondo viaggia su jet supersonici». Penati si augura che il dibattito sulla Grande Milano segni anche la propaganda delle elezioni per il 2006.
Un Governo metropolitano, che metta insieme Milano e le città vicine, è quanto auspicherebbero due cittadini su tre della Provincia, almeno a giudicare da una ricerca realizzata dall’Ispo su un campione di 1.003 individui, e i problemi su cui vorrebbero che si concentrasse il «supersindaco» dovrebbero essere traffico (85%), inquinamento ambientale (80%) e trasporti pubblici (63%). In questo modo, spiega il presidente dell’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, Renato Mannheimer, «secondo gli intervistati ci sarebbe il superamento dei localismi, una visione globale del territorio, un cervello dove i neuroni lavorano all’unisono senza registrare anomalie».
L’indagine rivela anche un accresciuto senso di appartenenza alla Provincia (77%), che accorcia la distanza col Comune (di cui l’80% dice di sentirsi cittadino) e la Regione (l’81%).

Mannheimer sottolinea anche che «è cresciuta l’italianità (90%), mentre è diminuita nel tempo l’appartenenza europea (65%)». Se si domanda però di scegliere una sola opzione, il Comune vola al 24% e l’identità provinciale crolla appena al 5 per cento.

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