Roberto Bonizzi
«Il sistema dei trasporti lombardo, così comè, è inadeguato, inefficiente e non competitivo». Dario Balotta, segretario della Fit Cisl, non fa complimenti e spara alzo zero sulla rete ferro-gomma. «Ma cè di più - continua -. I pendolari con un abbonamento allautobus spendono molto di più rispetto a chi, sulla stessa tratta, si serve del treno. In media il 30 per cento in più». Le responsabilità, secondo il sindacalista, non vanno addossate allattuale giunta Formigoni. «Non è una novità. Da trentanni i trasporti in Lombardia versano in pessime condizioni». Poi la proposta: «Bisogna introdurre lintegrazione tariffaria. Un solo biglietto, dal costo identico, per gli spostamenti in treno o in autobus. Per realizzare anche lintegrazione tra i servizi. E poi il biglietto unico è una realtà in tutte le capitali e le principali città europee». Banalmente un pendolare potrà scegliere di spostarsi in treno la mattina e di tornare la sera con il pullman, a seconda della comodità degli orari.
Dal Pirellone, a sorpresa, arriva una mano tesa al sindacato. «La proposta di Balotta è utile - spiegano i responsabili del settore Trasporti e Mobilità -. La Lombardia sta lavorando da parecchio tempo sullintroduzione dellintegrazione tariffaria su tutto il territorio. Il problema è che abbiamo di fronte molti ostacoli». Poi i tecnici si sbilanciano anche sui tempi di realizzazione della «rivoluzione dei trasporti». «Probabilmente - dicono - entro un paio danni potremmo farcela». E non è solo questione di comodità. Se oggi l82 per cento dei pendolari si sposta utilizzando lauto, solo il 5,1 per cento si affida al treno e il 4,5 allautobus. «Quando entrerà a regime lintegrazione tariffaria e dei servizi - prevede Balotta - potremo intercettare meglio la domanda e abbattere in maniera decisa la circolazione dei veicoli e quindi linquinamento».
Un discorso, quello dellintegrazione tariffaria, che riguarda oltre 600mila persone: 350mila i pendolari in possesso di un abbonamento alle ferrovie, 270mila quelli che utilizzano gli autobus per gli spostamenti quotidiani. «Milano e la Lombardia sono uneccezione in tutto il panorama europeo - spiega Balotta -. Ovunque costa di più viaggiare su rotaia perché è un tipo di trasporto che prevede spese maggiori. In primis a causa delle comodità maggiori offerte dal treno, rispetto alla posizione del viaggiatore e al minor traffico presente sulla linea. E poi bisogna aggiungere tutti i costi per la rete, lalimentazione, la manutenzione, il sistema di traffico, la creazione e la gestione delle stazioni. Un altro dato da valutare è la disparità del contributo regionale: 8,5 euro al chilometro per i treni, 2 euro per gli autobus».
Dal Pirellone, ancora una volta, solo conferme. «È unanomalia tutta italiana - dicono i tecnici regionali -. La differenza deriva dalle vecchie tariffe statali. La logica direbbe lopposto, ma da sempre lo Stato ha gestito la ferrovia, i privati le linee di autobus. Forse è per questo che il saldo è sbilanciato a favore del trasporto su rotaia». Sullequiparazione delle tariffe dei due biglietti la risposta è una sola. «Nel 2002 - ricordano i responsabili del settore Trasporti e Mobilità - abbiamo aumentato le tariffe del treno. Ma a fronte di questa richiesta maggiore il servizio non è poi migliorato di molto. Continuano disagi e problemi. Come si fa ad aumentare ancora? Non ce la siamo sentita». Quindi, nella visione del Pirellone, lintegrazione tariffaria è una fase successiva. «Anche lintroduzione delle nuove tessere magnetiche dellAtm a Milano ci può essere utile per studiare i flussi dei viaggiatori - proseguono i tecnici -.
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