Le penitenze aeree di Padoa-Schioppa

Nell’elenco di chi abitualmente utilizza "voli blu" c’è un’eccezione virtuosa, per qualcuno quasi "penitenziale": quella di Padoa-Schioppa che quando può prende l’aereo di linea, preferendo il low cost

I dettagli sono segreti. Mal’elenco dei frequent flyers istituzionali dei cosiddetti «voli blu», tra gli addetti ai lavori, è noto. Niente di illegale, intendiamoci. All’aereo di Stato, infatti, hanno diritto il presidente della Repubblica, gli ex capi di Stato, il presidente del Consiglio, i presidenti delle Camere, della Corte costituzionale e i membri del governo. Sempre che si tratti di viaggi istituzionali. Dalla teoria alla pratica, però, non tutti indulgono a questo privilegio. E nell’elenco c’è un’eccezione virtuosa, per qualcuno quasi «penitenziale»: quella di TommasoPadoa-Schioppa (nella foto) che quando può, prende l’aereo di linea, preferendo il low cost. Lo fa, si dice, per dare l’esempio, perché si sappia che se lui viaggia con Easyjet, lo possono fare anche gli altri, soprattutto in tempi di antipolitica. A volte questa abitudine gli provoca qualche contrattempo.

Mercoledì dopo la riunione dell’Eurogruppo a Lussemburgo, il ministro innamorato delle tasse ha dovuto fare scalo forzato a Torino, ritardando il rientro nella Capitale. E nella precedente riunione a Berlino, Padoa-Schioppa era stato costretto a tagliare i tempi della conferenza stampa. Il motivo? Il ritorno con una compagnia a basso costo. «E quella non aspetta».

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