Lorenzo Amuso
da Londra
«Ho scoperto di potermi divertire anche sull'erba». Alla vigilia della partita più importante della sua carriera, quella contro Mary Pierce negli ottavi di finale di Wimbledon, Flavia Pennetta sa ancora sorridere. Grazie alla vittoria su Elena Daniilidou, l'azzurra è entrata nel ristretto club delle tenniste italiane (otto in tutto) che sono state capaci di arrivare al quarto turno dei Championship.
Questo per la Pennetta è anche il miglior risultato di sempre in una prova dello slam. «Ma io avrei preferito raggiungere gli ottavi al Roland Garros, è quello il torneo dei miei sogni». A Londra ha già vinto tre partite senza concedere un solo set, dimostrando una confidenza con l'erba che lei stessa non credeva di possedere. «Prima di Wimbledon ero molto nervosa, non ho mai pensato che il mio gioco potesse adattarsi all'erba. E anche sul veloce ultimamente non ho giocato particolarmente bene. A Parigi poi mi sono fatta pure male alla caviglia».
Eppure il suo allenatore, Gabriel Urpì (già coach delle spagnole Conchita Martinez e Arantxa Sanchez) è sempre stato convinto del suo potenziale sui prati. «A lei lerba non piaceva, ma credo che il suo gioco si addica a questa superficie perché Flavia colpisce piatto e forte. Finalmente si sta trovando. È migliorata sotto tutti i punti di vista, quando è arriva lo scorso dicembre (al centro tecnico di Sanchez-Casal, a Barcellona, ndr) ci siamo subito accorti che aveva una buona base, abbiamo però insistito sull'aspetto fisico e sugli appoggi. La sua crescita è una conseguenza logica del lavoro svolto».
Per l'appuntamento con la storia - solo Nicla Migliori, Laura Golarsa e Silvia Farina sono arrivate ai quarti - Flavia è stata raggiunta dai genitori, l'esuberante papà Oronzo e la più silenziosa mamma Concita, i suoi tifosi più affezionati. «Me lo sentivo che sarebbe andata avanti. Sono contento che ora trovi la Pierce, la può battere», sostiene suo padre senza paura della scaramanzia. E lei: «Mi sono stupita io stessa di quanto bene mi sia adattata all'erba. D'altronde più cresci e più acquisti esperienza e, se lavori con serietà, i risultati arrivano. È una partita che mette paura, quella contro Mary, lei colpisce molto forte. L'ho battuta una volta (in India sul cemento, nel 2003 ndr), ma lei all'epoca era appesantita e fuori forma».
I tre turni superati assicurano all'italiana un salto in avanti, nelle classifiche mondiali, probabilmente fino alla ventiquattresima posizione: una salita costante con l'obiettivo di diventare la numero uno d'Italia. «Ci tengo, non è vero che non conta essere la migliore d'Italia. Per me è molto importante. Vincere tante partite quest'anno mi ha dato fiducia e sicurezza nei miei mezzi. Sono molto contenta per me, ma anche per il nostro tennis femminile che ha disputato un ottimo torneo. Comunque devo ancora migliorare, leggere meglio le partite, essere più regolare con il servizio».
Dopo Wimbledon le meritate vacanze, con il fidanzato Carlos Moya: il matrimonio è nell'aria, ma l'Italia non rischia di perderla. «Sono orgogliosa di essere italiana e nella Confederation Cup continuerò sempre a giocare per l'Italia».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.