Pennisi volta pagina: «Pronto a fare volontariato»

Dal primo aprile è agli arresti domiciliari. Dopo cinquanta giorni passati al carcere di San Vittore, Milko Pennisi - l’ex consigliere comunale del Pdl arrestato davanti a Palazzo Marino mentre intascava una tangente da diecimila euro - dopo il patteggiamento sta scontando la pena di due anni e dieci mesi nell’appartamento della madre, in viale Piave. Chi ha parlato con la donna racconta che l’ex consigliere comunale del Pdl sta soffrendo per le condizioni molto strette dei domiciliari, una situazione che però lo ha portato a riflettere sui propri errori. E la possibilità di riabbracciare la figlia di due anni e mezzo tra le mura di casa lo ha sollevato e gli ha ridato una grande forza. «È molto dispiaciuto e ha una grande voglia di riabilitarsi», riferiscono. «Con la politica ho chiuso» si è sfogato con la madre. Ma vorrebbe chiedere scusa al partito in cui ha militato per tanti anni e al premier Silvio Berlusconi. E per voltare pagina sta pensando di dedicarsi se sarà possibile ad attività di volontariato, forse con Emergency o con Italia Nostra.
Ieri mattina intanto il sindaco Letizia Moratti e la giunta hanno accettato formalmente la somma di cinquemila euro che gli avvocati del Comune hanno patteggiato con la difesa di Pennisi - che era presidente della Commissione Urbanistica e aveva promesso ad un imprenditore l’aiuto ad accelerare la costruzione di un palazzo alla Bovisa in cambio di 10mila euro - come risarcimento del danno sia patrimoniale che di immagine subito dall’amministrazione.

Una somma che Palazzo Marino ha accettato a titolo di acconto, ma «senza rinunciare all’eventuale costituzione di parte civile nei confronti dell’indagato, né alla pretesa di un maggiore risarcimento». Con la sentenza del primo aprile il gip ha condannato Pennisi a due anni e dieci mesi, ma proseguono le indagini preliminari a suo carico per possibili altri illeciti.

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