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Pensione a 45 anni? In Sicilia ancora si può E scatta la grande fuga

Dipendenti della Regione in subbuglio: sarà cancellata la legge che fa andare a riposo con 25 anni di contributi, 20 per le donne

Pensione a 45 anni?  In Sicilia ancora si può  E scatta la grande fuga

All’arrembaggio della baby-pensione. Altro che Jack Sparrow: l’ isola del tesoro non si trova ai Caraibi ma è la Regione Siciliana e i veri pirati sono quelli che qui conquistano fortune a colpi di privilegi. Proprio la prospettiva di perderne uno fra i più preziosi, la famigerata baby- pensione che molti onesti cittadini credevano estinta da tempo, ha scatenato la corsa verso la richiesta del riposo anticipato prima che nuove e più severe norme rendano impossibile mettersi comodamente in pantofole addirittura a 45 anni.

La legge incriminata (che potrebbe essere cancellata entro la fine dell’anno con il voto dell’Assemblea regionale previsto, forse, per oggi)è la 104 del 1992, che la Sicilia ha recepito allargandone ulteriormente le maglie. La norma, attualmente in vigore soltanto in Sicilia, prevede che un dipendente della Regione possa andare in pensione con 25 anni di contributi per gli uomini e addirittura soltanto 20 per le donne se si ha un parente disabile. La Corte dei Conti ha calcolato che nel 2010 il 40 per cento dei dipendenti regionali siciliani è andato in pensione in anticipo. Tra questi 286 hanno potuto farlo usufruendo della legge 104. E ora che la legge è stata messa in discussione e potrebbe essere, giustamente, abrogata si è scatenata la corsa al pensionamento.
Una ventina di giorni fa hanno cominciato a presentarsi allo sportello della Funzione Pubblica di Palermo decine di dipendenti regionali che hanno chiesto la pensione anticipata con la legge 104. Insomma mentre il governo Monti innalza l’età della pensione fino a 67 anni per il resto d’Italia in Sicilia c’è chi riesce a mettersi a riposo a 45 anni. Al momento i baby pensionati registrati nel 2011 sono già 275 e la previsione è che salgano oltre i 300 visto che si tratta della loro ultima possibilità per godere di questo assurdo privilegio. Nessun cittadino italiano con un parente disabile infatti può usufruire di questo stesso diritto.
Ma nonostante sia scandaloso che i dipendenti regionali siciliani abbiano un trattamento del tutto diverso dal resto degli italiani non è questo l’aspetto peggiore della faccenda: indovinate chi è che ha approfittato della situazione prima che sia troppo tardi? Ma naturalmente il fior fiore tra gli assessori e i dirigenti siciliani. Un esempio luminoso del passato è quello di Pier Carmelo Russo. Mitico segretario generale della Regione, pensionato a 47 anni grazie alla 104 viene ingaggiato subito dopo come assessore nella giunta guidata da Raffaele Lombardo. La sua pensione ammonta a quasi 11.000 euro lordi al mese e Russo ha assicurato che lo stipendio da assessore verrà sempre versato in beneficenza. Ma Russo è in ottima compagnia. C’è anche Eugenio Randi, 53 anni, assessore al Patrimonio del Comune di Palermo, pensionato nel 2010 e tornato a guidare un altro assessorato pochi mesi dopo. L’ultimo della lista è Cosimo Aiello, un ragazzino di 51 anni. Come è stato nominato capo di gabinetto dell’assessore alla Funzione Pubblica, Caterina Chinnici, ha chiesto la pensione, sempre a causa di un padre malato. Subito dopo è stato richiamato al lavoro dalla Chinnici ma, assicura, a titolo gratuito. Il record di età però spetta a una dirigente delle Pari Opportunità, Loredana Ciriminna, pensionata a 46 anni nel 2010. Non ci sono soltanto politici fra i pensionati baby. Ben nutrita anche la schiera dei forestali a riposo. Eclatante e per questo più volte citato il caso di Totò Barbitta pensionato a 45 anni con meno di 17 anni di lavoro.

E c’è anche uno scandalo nello scandalo. La Regione sta parlando di abolire questo privilegio da mesi senza però aver ancora concluso niente.

È ovvio che così facendo offre su un piatto d’argento tutto il tempo necessario, a chi ne vuole approfittare, di beneficiare della 104 prima che sia cancellata.

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