da Roma
Slitta a settembre leliminazione del divieto di cumulo sui redditi da pensione e da lavoro. Largomento verrà rinviato alla legge finanziaria 2009. Così come sembrerebbe destinata a tramontare lipotesi di un bonus bebè da mille euro. Anche questo intervento dovrebbe finire nella legge di Bilancio.
Lorientamento di uno slittamento sarebbe emerso nelle ultime ore, dintesa fra Giulio Tremonti e Maurizio Sacconi, ministri - rispettivamente - dellEconomia e del Welfare. La scelta sarebbe maturata in quanto interventi di questa natura (leliminazione del divieto di cumulo e il bonus bebè) devono essere inquadrati - spiegano fonti di governo - in una più ampia filosofia di ridefinizione del prelievo fiscale sulle famiglie. Comunque, la scelta del governo per introdurre leliminazione del divieto di cumulo è netta. In più, il rinvio sarebbe stato deciso anche per non complicare ulteriormente le dichiarazioni di quei pensionati che - in assenza del divieto - potrebbero ricavare reddito da lavoro autonomo.
Sempre alla legge finanziaria del prossimo anno, poi, sarebbe affidato il compito di recuperare risorse da banche e petrolieri. Al momento, il ministro dellEconomia sembrerebbe piuttosto contrario allintroduzione di nuove formule di prelievo fiscale; non tanto per le categorie interessate, quanto proprio alluso della leva tributaria per recuperare risorse.
Qualunque inasprimento fiscale finirebbe per far aumentare la pressione tributaria: obbiettivo che Tremonti non vuole raggiungere. Al contrario, lintero pacchetto di sostegno al potere dacquisto dei salari che verrà approvato mercoledì prossimo al primo consiglio dei ministri «operativo» a Napoli, è tutto orientato a ridurre il prelievo tributario. Tantè che il suo orientamento, infatti, sarebbe più diretto verso riduzioni di spesa.
Anche al ministero di via Venti Settembre, poi, non nascondono una certa preoccupazione per i risultati della due diligence che la Ragioneria generale sta conducendo sul bilancio pubblico.
Allappello, infatti, mancherebbero le risorse necessarie per finanziare gli investimenti dellAnas e delle Ferrovie dello Stato. Con la Relazione unificata sulla finanza pubblica il predecessore di Tremonti, Tommaso Padoa-Schioppa, aveva confermato che il Bilancio dello Stato non comprendeva queste poste. Si tratta di stanziamenti non obbligatori, ma necessari per favorire gli investimenti, che ammonterebbero fra i 5 e i 7 miliardi di euro.
Al momento si sta ragionando di recuperarli attraverso interventi sul Bilancio dassestamento, che il ministero dellEconomia dovrà presentare entro giugno.
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