Pensioni, Italia promossa Ma tra i Paesi Ocse spendiamo più di tutti

L’Ocse lancia l’allarme sul pericolo di un ritorno alla «povertà per le persone anziane» ma promuove l’Italia che, grazie alle riforme delle pensioni varate negli ultimi anni,rischia meno di altri Paesi avanzati. Lo sottolinea il rapporto periodico dell’Organizzazione parigina sui regimi previdenziali dei Paesi membri, nel quale l’Ocse lancia la proposta di legare le pensioni alle aspettative di vita, e sottolinea che l’Italia è il Paese che spende di più per il proprio sistema pensionistico: ben il 14,1% del Pil, contro una media Ocse del 7 per cento.
Tuttavia il graduale passaggio al nuovo metodo contributivo, l’applicazione dei nuovi coefficienti di trasformazione, che tengono conto dell’aumento dell’aspettativa di vita, l’introduzione di un legame automatico dell`età pensionabile all’aspettativa di vita della popolazione a partire dal 2015, «sono misure che contribuiranno a contenere la spesa pensionistica a lungo termine».
Soddisfatto il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi: il rapporto Ocse, commenta, «conferma che il nostro sistema previdenziale è diventato sostenibile grazie alle recenti riforme e, allo stesso tempo, rimane peraltro tra i più protettivi nei confronti dei cittadini».
L’età pensionabile media, dice l’Ocse, «aumenterà fino a circa 65 anni entro il 2050, per entrambi i sessi». Di qui, la vera sfida del futuro: sostenere l’occupazione degli over-50, che in Italia è «relativamente bassa», anche se le recenti riforme stanno modificando il trend. Nel 2008, ultimo anno per cui l’organizzazione ha dati completi, il tasso di partecipazione alla vita lavorativa in Italia degli uomini nella fascia d’età 55-59 era del 62%, contro una media Ocse del 78%, nella fascia 60-64 del 30%, contro una media del 54,5%, e in quella 65-69 del 13%, contro una media del 29,3%.


Ma «se guardiamo a quello che succederà da qui al 2050 - spiega l’economista Anna D’Addio, una delle autrici del rapporto - secondo le proiezioni effettuate dalla Commissione europea, l’Italia è uno dei pochi Paesi che sarà in grado di stabilizzare, e nel decennio successivo addirittura di ridurre, la spesa pensionistica». E questo, aggiunge, nonostante un invecchiamento della popolazione «particolarmente importante», a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita e della scarsa natalità.

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