Pensioni povere Ma a pagarle è chi non le avrà

Le statistiche sulle pensioni e sui pensionati vengono sfornate alla velocità della luce in Italia. Ieri è stato il turno dell’Istat. Più che di vecchi siamo un popolo di pensionati. Ne abbiamo la bellezza di 17 milioni. Uno su tre ha meno di 65 anni e il 3,5% meno di 40 anni. Un euro ogni tre di spesa pubblica se ne va in trattamenti pensionistici. Le statistiche da anni ci dicono la stessa cosa. Le pensioni sono molte, troppe rispetto ai lavoratori, ma di basso importo. Un pensionato su due riceve meno di mille euro al mese. Tutto vero e sacrosanto.
Ma i nostri molteplici uffici studi non ci forniscono mai un’indicazione fondamentale: se li sono meritati questi quattrini? In buona sostanza i contributi che hanno pagato durante la loro vita lavorativa, giustificano l’assegno che ricevono? La questione non è di poco conto. Quasi tutti gli italiani che andranno in pensione dai prossimi anni (i più giovani senza dubbio) godranno di un assegno che è matematicamente pari a ciò che hanno versato in contributi rivalutati.

È impopolare sostenerlo ma ricevere mille euro al mese per trent’anni, avendo versato solo pochi spiccioli di contribuzione è troppo. Se non si ha il coraggio di dirlo si prendono in giro le future generazioni (di pensionati) che oggi pagano molto più dei padri e riceveranno molto di meno.

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