Economia

Pensioni, sindacati divisi Cgil: "Faremo battaglia" E Sacconi: "Sono isolati"

La Ue plaude al dl che innalza l’età pensionabile delle donne, portandola progressivamente ai 65 anni previsti per gli uomini. Il Pd: "Così fanno solo cassa". Sindacati divisi. Gelo della Cgil

Pensioni, sindacati divisi 
Cgil: "Faremo battaglia" 
E Sacconi: "Sono isolati"

Bruxelles - La Commissione europea plaude al decreto legge che innalza l’età pensionabile delle donne, portandola progressivamente ai 65 anni previsti per gli uomini. Ma aggiunge di voler studiare "nel dettaglio" il provvedimento non appena sarà notificato: "E' qualcosa che accogliamo con favore. Ora aspettiamo la notifica formale, che non abbiamo ancora ricevuto ed allora esamineremo la legge nel dettaglio". In Italia, invece, le parti sociali si spaccano. Cisl e Uil aaccolgono con favore l'intervento del governo, mentre la Cgil prepara le barricate. Un'opposizione che non preoccupa il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: "Sono rimasti da soli".

Riforma e possibili risparmi Secondo il ministro della pubblica amministrazione, Renato Brunetta, le simulazioni condotte dall’Inpdap indicano che la nuova normativa porterebbe a un minor numero di pensioni nel 2018 pari a 30.041 e a una minore spesa cumulata tra il 2010 e il 2018 di circa 2.429 milioni di euro. Al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con le parti sociali, il ministro Brunetta ha espresso "grande soddisfazione per le decisioni assunte dal Governo a seguito della condanna da parte della Corte di giustizia europea. In particolare - ha detto - ritengo sia di grande importanza la scelta di far confluire in un Fondo per il welfare alla famiglia tutti i risparmi derivanti dall’aumento dell’età minima per il diritto alla pensione di vecchiaia delle donne della pubblica amministrazione".

La riforma previdenziale "L’aggiustamento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita è una misura di stabilizzazione solamente eventuale", spiega il ministro del Lavoro della Salute e delle Politiche sociali, Maurizio Sacconi, aggiungendo che, "a partire dal 2015 se l’aspettativa di vita continuerà ad alzarsi ci sarà un moderato incremento dell’età pensionabile che sarà al massimo di tre mesi sul quinquennio precedente e verrà verificato altrettanto sul quinquennio dopo". Il meccanismo introdotto lega l’adeguamento dell’età pensionabile al calcolo dell’aspettativa di vita fatto dall’Istat, ma prevede che la "finestra" per il pensionamento possa slittare, nel primo passaggio, al massimo di 3 mesi. "L’aspettativa di vita si sta un pò riducendo per la componente immigrata o la parte anziana di essa - aggiunge il ministro - In questo modo il mercato finanziario apprezzerà la stabilità dei conti pubblici italiani e per gli italiani si tratterà di un movimento in avanti impercettibile".

Le accuse del Pd Prima di innalzare l’età pensionabile per le donne servono interventi a favore delle lavoratrici. Vittoria Franco, responsabile nazionale Pari Opportunità del Pd accusai il Governo di innalzare l’età pensionabile per le lavoratrici del pubblico impiego "solo per fare cassa". "Quello che era un risarcimento si tradurrà per le donne in una doppia penalizzazione, e noi non lo accetteremo - sottolinea la senatrice democratica - se non ricordo male quando espresse la sua volontà di innalzare l’età pensionabile delle lavoratrici, il ministro Brunetta si impegnò chiaramente a reinvestire i proventi di questa operazione in favore delle donne. Cosa dice dunque ora di il ministro della Pubblica amministrazione di questa improvvida operazione del Governo sul decreto anticrisi?". "Le considerazioni da fare - continua Franco - sono due. La prima è che non si interviene sulle pensioni per decreto, ma discutendone in Parlamento. La seconda è che l’innalzamento dell’età pensionabile delle donne deve vedere come beneficiarie proprio le donne, perché può essere accettabile solo a patto di puntare, prima, alla parità tra i generi lungo tutto l’arco della vita lavorativa. È necessario un welfare moderno, che consenta alle donne di lavorare, fare carriera ed essere madri. È necessario incentivare la crescita dell’occupazione femminile. È necessario operare attivamente per la parità salariale".

I sindacati si spaccano I sindacati sono divisi sull’emendamento al dl anti-crisi in materia previdenziale. La Cgil ritiene "inaccettabile" l’equiparazione a 65 anni dell’uscita dal lavoro per le donne del pubblico impiego e che questa, combinata con "la finestra" a valere dal 2015 per adeguare l’età pensionabile alle aspettativa di vita, significhi di fatto "un altro innalzamento dell’età pensionabile". "Come Cgil riteniamo inaccettabile questa modalità di applicazione della sentenza della corte europea sull’innalzamento dell’età pensionabile delle donne", ha detto Morena Piccini, segretario confederale di Corso Italia, lasciando Palazzo Chigi. "Per quanto ci riguarda - ha continuato - bisogna tornare alla flessibilità della dini, che prevedeva uno spazio largo di età nel quale uomini e donne potevano scegliere quando in pensione". Inoltre, secondo Piccinini, il governo non ha dato nessuna garanzia rispetto al fatto che l’età della pensione di vecchiaia per le donne possa essere aumentata anche per il settore privato. "Questo provvedimento - ha concluso Piccini - significa lavorare di più prendendo meno soldi". Ugl e Iil, non hanno espresso rilievi conto l’emendamento, sollecitando, invece assieme alla uil un provvedimento sui lavori usuranti.

Particolarmente apprezzabile per Maurizio Petriccioli (Cisl) il fatto che rispetto ai risparmi "il terzo comma dell’emendamento dice che saranno tutti finalizzati al fondo sociale: donne, famiglie e non autosufficienti". 

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