Pensioni, al Sud record di spesa

Negativo il saldo tra contributi e erogazioni. Calabria all’ultimo posto «Colpa del lavoro nero»

da Milano

Anche nella spesa pensionistica l’Italia è divisa in due. Il divario tra nord è sud è ben esemplificato dal confronto tra due regioni simbolo del settentrione e del Mezzogiorno. Mentre in Lombardia il saldo tra i contributi versati e le pensioni erogate dal sistema è positivo, in Sicilia il saldo è in negativo di oltre 7milioni di euro. Lo studio della Cgia di Mestre, associazione che riunisce gli artigiani e le piccole imprese del nord-est, mette in luce un forte squilibrio nel paese per quanto riguarda la spesa previdenziale. Male tutte le regioni del Sud (e la Liguria), meglio il Nord con l’eccellenza della Lombardia, unica regione in attivo.
Fatto 100 la spesa pensionistica nazionale solo il 77,5% è «coperta» dai contributi versati dai lavoratori (siano essi dipendenti o autonomi). Infatti, a fronte degli oltre 238 miliardi di euro di spesa, il gettito contributivo è pari a 184,6 miliardi. In pratica il deficit, nel 2005, è stato di quasi 53,5 miliardi di euro. «Il divario esistente tra le regioni del Nord e quelle del Sud è dovuto - commenta Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia - principalmente a due fattori. Il primo, è da ricercare nello scarso flusso contributivo presente al Sud dovuto alla fortissima presenza di lavoro nero. Il secondo, invece, va registrato nell’eccesso delle prestazioni assistenziali presenti nel Mezzogiorno». Così mentre il 75% delle pensioni di anzianità sono concentrate nel Centro-Nord (dove chiaramente è stata maggiore l’industrializzazione del paese) le prestazioni assistenziali sono prevalentemente concentrate al Sud. «Appare evidente - conclude Giuseppe Bortolussi - che tra le tante proposte avanzate da molti esperti in materia previdenziale bisogna attivarsi per una seria lotta all'evasione contributiva ed effettuare un monitoraggio attento e puntuale sulle misure di sostegno al reddito altrimenti il sistema rischia di non essere più gestibile economicamente».
Dopo la Lombardia (+ 35,8 milioni di euro pari a un tasso di copertura del 100,1%), il Lazio (96,9%) e il Veneto (94,6%) seguono e occupano gli altri due posti. Subito dietro il Trentino Alto Adige (93,1%), l’Emilia Romagna (80,9%) e via via tutte le altre. Drammatica la situazione al Sud. Esclusa la Liguria (penultimo posto con una copertura del 52,6%) gli ultimi posti in classifica sono occupati dalle regioni meridionali. Terzultimo posto di Puglia e Sicilia (entrambe con una copertura del 54,9%) e, fanalino di coda, la Calabria (51,1%).
La Cgia di Mestre ha analizzato anche l’incidenza del numero di pensioni sugli occupati per ogni provincia. Ebbene, ci sono 2 province che presentano un numero di pensioni erogate superiore al numero di occupati che versano i contributi: Benevento (102,5 pensioni ogni 100 occupati) e Lecce (101,5 ogni 100 lavoratori). La più virtuosa è la provincia di Bolzano che registra solo 50,6 pensioni erogate per ogni 100 occupati.


«L’evasione contributiva - spiega Benedetto della Vedova, deputato di Forza Italia - non potrà essere arginata dall’applicazione «poliziesca» di una pressione contributiva spropositatamente alta. Per arginare l’evasione contributiva occorre ridurre la contribuzione obbligatoria e consentire, a parità di contributi, forme di deroga dal sistema pubblico».

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