Silvia Marchetti
da Roma
Il laico italiano e il cattolico spagnolo, fianco a fianco contro le metamorfosi «stravaganti» della società moderna che dalla Spagna rischiano di contaminare lintero continente europeo. Unaccoppiata che si rivela ancora più interessante quando i protagonisti sono Marcello Pera e José Maria Aznar. Il presidente del Senato sarà lospite donore che aprirà domani a Madrid il ciclo di «lezioni» estive della Fondazione Faes, un think tank «liberal-riformista» legato al Partito popolare e presieduto dallo stesso Aznar, che ogni anno organizza una serie di incontri e dibattiti con personaggi politici, giornalisti e filosofi sulle sfide del futuro. Il «campus» estivo, che terminerà il 17 luglio, cade proprio mentre Madrid e lintera Spagna si ritrovano spaccate in due tra lesercito gay - sceso in piazza per festeggiare lapprovazione definitiva della legge che legalizza matrimoni e adozioni da parte di coppie gay - e i difensori della famiglia sostenuti dalla Chiesa e dai Popolari, che denunciano lincostituzionalità della legge. La presenza di Pera - unico politico italiano invitato al «campus» aznariano - testimonia la convergenza di vedute tra la seconda carica istituzionale italiana e lex-primo ministro spagnolo sui problemi che affliggono lEuropa: dalla crisi di identitià del Vecchio Continente al male della disoccupazione e allinefficienza delle istituzioni Ue, fino ai rischi di una deriva «laicista» dello Stato contro la quale ampi settori politici si trovano in «sintonia» con il Vaticano. Emblematico in questo senso il legame non solo «letterario» che unisce il presidente del Senato con Papa Benedetto XVI: Aznar ha letto il loro libro Senza radici e non cè dubbio che ne condivida lanalisi. E sarà proprio da quegli argomenti trattati insieme al Pontefice che Pera prenderà spunto per il suo intervento su «Occidente, Europa, Identità», che aprirà il primo dei quattro corsi, ossia quello sulla «forza della libertà». Tocca dunque al presidente del Senato italiano il discorso più «corposo» e centrale, durante il quale affronterà gli argomenti a lui più cari. Il primo capitolo sarà dedicato alla crisi di identità che affligge lEuropa a livello religioso, politico e sociale, unEuropa che non è quella dei cittadini ma delle istituzioni burocratiche, con un modello sociale impotente capace solo di sfornare milioni di disoccupati. Dallidentità europea allidentità occidentale: nella seconda parte del suo intervento Pera parlerà della minaccia dellIslam e della Jihad, ingigantita anche dallassenza di «europeismo» che implica un venir meno di ideali e valori (sia culturali che religiosi). Il «relativismo» costituisce infatti la terza parte della sua relazione: con questa parola più volte usata in sintonia con Papa Ratzinger, Pera si interrogherà «sulle ragioni dellindebolimento» della cultura occidentale. Infine, lultima parte della «lezione» del presidente del Senato avrà tutto il sapore di una bacchettata alla deriva laicista del governo Zapatero, che oltre alle leggi pro-gay ha introdotto anche il «divorzio express». Secondo Pera «è laicista quello Stato che fa operazioni di ingegneria su famiglia e matrimonio», stravolgendo così le basi e le istituzioni secolari della società umana. «Lingegneria» sembrerebbe infatti davvero un chiodo fisso del governo socialista spagnolo, al quale il movimento gay, forte delle ultime vittorie incassate, ha appena fatto una richiesta a dir poco «rivoluzionaria»: una «legge sullidentità sessuale» per permettere ai transessuali che cambiano sesso di poter cambiare automaticamente anche il proprio nome senza dover passare davanti al giudice.
Pera si schiera con Aznar per difendere la famiglia
Domani si apre il campus organizzato dallex leader iberico
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