Gian Maria Bavestrello
Un piccolo borgo di pescatori «baciato» dalla natura, dal gusto liberty della borghesia industriale di inizio Novecento e da oculati piani regolatori? Anche. Ma Santa Margherita Ligure è molto di più e il Comune ha deciso di «segnalarlo». Sono stati, infatti, apposti i cartelli che indicano - sul luogo - tutti i punti d'interesse culturale di questa «perla del Tigullio», tappe di precisi itinerari che l'amministrazione, avvalendosi della decennale attività di ricerca della professoressa Colette Dufour Bozzo e dell'architetto Susanna Canepa, aveva già individuato e divulgato in forma di brochure multicolore.
Ogni percorso è stato, non a caso, identificato cromaticamente: dal blu del cielo all'azzurro del mare; dal verde delle colline al giallo del sole, fino al rosso del «cuore» cittadino, il centro. Si tratta di un progetto articolato, che vivrà anche un terzo momento: «Organizzeremo una mostra - dice la professoressa Dufour Bozzo - e daremo alle stampe un libro su questi itinerari e le ricchezze che li caratterizzano. Sarà un volume agile, utile strumento per i sammargheritesi e pregevole ricordo per i turisti».
L'idea non è priva di valore strategico, come sottolinea l'architetto Maria Teresa Facco, curatrice - insieme all'architetto Anna Ciurlo - del progetto grafico: «In questi ultimi anni il turismo culturale ha fatto registrare un incremento notevole. Non lo stesso si può dire di quello incentrato esclusivamente sulla pur imprescindibile qualità dell'ambiente».
L'intento è quindi manifesto: sposare la bellezza del mare e delle colline a beni artistici di sorprendente valore come il Trittico di Bruges, sito nella Cappella di Sant'Andrea presso la Chiesa di San Lorenzo della Costa, un capolavoro probabilmente commissionato al pittore fiammingo Hans Memling e terminato da un allievo. «Durante la precedente amministrazione - afferma Susanna Canepa - sono stati ristrutturati due preziosi quadri del Seicento genovese, come La natività di Giovanni Battista Paggi e San Sebastiano, San Lorenzo e San Rocco di Valerio Castello, esposti nella Chiesa di San Siro. Ciò che mancava a questo lodevole impegno era un'adeguata comunicazione».
L'iniziativa colma pertanto una lacuna. Anzi due, secondo l'assessore al turismo e alla cultura Giuseppe Pastine: «La stessa Chiesa di San Siro, a torto, è sempre stata sottovalutata.
Torri, chiese, palazzi, dipinti: nonostante cento anni di grande turismo e di riflettori internazionali puntati sulla sua bellezza, Santa è ancora tutta da percorrere.
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