Tutto sommato, questanno alcuni probabili finalisti del premio Strega non sono malaccio, a cominciare da Alessandro Piperno: sul quale, chissà perché, hanno la tendenza a ironizzare lettori che poi si sciroppano un Erri De Luca dietro laltro, senza battere ciglio. Inseparabili, il secondo volume mondadoriano del Fuoco amico dei ricordi (un sottotitolo di raffinatissimo umorismo, che avrebbe mandato in visibilio Giorgio Manganelli) si difende bene, e quasi non si avverte la flessione del tono tragico a vantaggio della commedia. Laltro favorito, Emanuele Trevi, in Qualcosa di scritto (Ponte alle Grazie) ha avuto lintelligenza di mettere a frutto la frequentazione con Laura Betti, «mostro» seduttivo nonché ideologicamente incompatibile con qualsiasi ninfeo, aristocratico o borghese che sia. E a proposito del rincalzo Giuseppe Aloe, abbiamo già avuto modo di segnalare su questo Giornale quanto affascinante sia la protagonista de La logica del desiderio (Perrone), probabilmente il personaggio più riuscito dellanno. Eppure riempire un salon des refusés «con chi dico io» è operazione troppo allettante per lasciarsela scappare. E non solo per il magnetismo emanato dagli outsider.
Nella primavera del 2011 sono usciti gli spiazzanti Privati abissi (Fazi) di Gianfranco Calligarich, che pochi giorni fa, con passo felpato, si è tolto la soddisfazione di vincere il Bagutta; e un romanzo singolare che ha fatto gridare al capolavoro più di un critico letterario, Elisabeth di Paolo Sortino (Einaudi). Sotto le mentite spoglie dellinstant book, con il pretesto di indagare lincredibile vicenda della giovane segregata dal padre in uno scantinato per ventiquattro anni, Elisabeth ha concesso subito al suo autore un posto di rilievo fra i giovani scrittori. Sempre negli stessi mesi, mentre fiorivano le margherite, Ermanno Cavazzoni dava alle stampe la sua Guida agli animali fantastici, unopera che non soffriva delle debolezze di altri testi di Cavazzoni e che riusciva a fare presa sul lettore con lamabile gioco, lunare e sovralunare, in cui lautore amato da Fellini è maestro.
Su un altro versante notturno, Laura Pugno tornava a far sentire la propria voce con Antartide (minimumfax); una vicenda che parte dai ghiacci polari e termina in una non meno raggelante casa di cura sulle Alpi, sfondo perfetto per azioni efferate e inenarrabili. Con Antartide la Pugno ha cercato di mitigare alcune sue asperità narrative, ma non ha perso le virtù ammaliatrici che ne caratterizzano la temibile scrittura. Da infilare nel nostro Strega à la carte anche Lamica geniale di Elena Ferrante (edizioni e/o), romanzo che però, come minaccia il risvolto di copertina, è solo il primo capitolo di una trilogia, o forse addirittura di una tetralogia, quindi la candidatura si potrebbe rinviare fino al 2015, e allora premiare in un sol colpo tutta la saga. Per un piatto forte, si potrebbe scegliere poi fra una storia privata e una pubblica. Fra i migliori libri degli ultimi mesi, Vita e morte di un ingegnere (Mondadori) di Edoardo Albinati narra la stagione allinferno di un imprenditore sobrio, imperscrutabile, attraverso le parole del figlio «letterato» che mescolando pietà e spietatezza cerca di spostare le cortine dietro le quali il padre si è asserragliato. Mentre Alberto Garlini, con La legge dellodio (Einaudi), ricostruisce la genesi del terrorismo nero con unimmersione credibile e molto efficace nel movimento del 68. Si parte dagli scontri di Valle Giulia, stavolta però visti da una prospettiva decisamente inattesa.
Quasi stregoneschi anche i superpoteri di Vincenzo Latronico, che con La cospirazione delle colombe (Bompiani) tiene il fiato dal primo allultimo rigo del suo romanzo, ambientato nel mondo delle speculazioni finanziarie e dei dipartimenti universitari di economia: il mondo dal quale lattuale governo tecnico proviene e al quale risponde.
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