Percussioni e pianoforte, pagine del Novecento: da Zivkovic a Gauthreaux, passando per Rosauro. Ogni tanto qualcuno propone questo suggestivo binomio. Domani (Trezzano sul Naviglio - Centro Carlo Alberto Dalla Chiesa - ore 21) e dopo (Cesano Boscone - Villa Marazzi - ore 17) ci sono due musicisti emergenti cooptati dallUmanitaria per i suoi Concerti nellhinterland.
Si tratta di Valerio De Bonis, 25 anni, e dellaltrettanto giovane collega Alfredo Miglionico, alla tastiera. Dietro a questa rassegna cè la volontà dellente di via Daverio di aprire la strada a «talenti nascenti» e, dunque, borse di studio ad hoc già vinte. La parola sul programma a De Bonis: «Il primo brano To the gods of rhythm - Per Djembé e voce - spiega il percussionista - è una sorta di preghiera, uninvocazione agli dei del ritmo. Un brano, del 1994, scritto dallo slavo Zivkovic».
Bisogna cercare con il lanternino notizie anche sul secondo titolo: Four systems - per metalli amplificati, firmato da Earle Brown (1952). «È unopera grafica con linee nere su foglio bianco: lesecutore si fa condizionare dalla disposizione e dalla lunghezza dei solchi sulla carta».
E ancora, un John Cage con testo poetico dello stesso De Bonis («si chiama Credo in un orologio», una professione di fede?) e per spezzare il discorso fortemente contemporaneo pagine di Ney Rosauro, brasiliano, «molto standard, per respirare».
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