«Le donne pagano prezzi altissimi in termini di qualità della vita e delle relazioni»: lo denuncia al mondo lUdi-Unione donne in Italia, con un comunicato ufficiale che mette in relazione la crisi Fincantieri con il destino dell«altra metà del cielo». Le argomentazioni, da parte dellorganismo da sempre politicamente collocato a sinistra, prendono spunto dallevoluzione della trattativa per arrivare a conclusioni di carattere molto più generale. Fin troppo. «La chiusura di Fincantieri a Genova ci preoccupa enormemente» esordisce la nota a firma della «referente» Angela Catania. Che aggiunge: «Come donne, sappiamo che la mancanza di lavoro relega ai margini della società, priva i cittadini di dignità anche spogliandoli dei diritti di partecipazione attiva. La chiusura del cantiere definisce per i genovesi un momento di grave difficoltà, che si riflette drammaticamente sull'indotto - privo di ammortizzatori sociali - sulle famiglie e sui singoli». E fin qui niente da eccepire. Il timore - che monta. Per gli uomini soprattutto - è che le donne adottino conseguenze drastiche, tipo quelle dellateniese Lisistrata. Insomma, che scioperino anche loro, ma tra le mura domestiche. Il seguito della nota non contribuisce a dissipare i timori: « Crediamo che riporre al centro dell'agenda politica l'aspetto umano e relazionale sia indispensabile e necessario per partecipare ad una società democraticamente viva, nella quale donne e uomini costruiscono insieme un vivere sociale di qualità». Insomma, non separiamoci, per carità! Che è quasi uno spot involontario delle femministe contro il divorzio... Mah.
Per quanto riguarda Fincantieri, si deve dar conto anche di un altro colloquio, questa volta telefonico, tra il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e il presidente della Regione, Claudio Burlando.
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