Pereiro da maglia gialla a calciatore di serie C

Come a Natale, prima dell’avvento della playstation: bicicletta o pallone? Per Oscar Pereiro, alla fine, tutti e due: prima la bicicletta e poi il pallone. Il vincitore di un Tour de France è tornato al suo primo amore: il calcio. Per vivere la sua seconda vita sportiva da calciatore. Dalla maglia gialla del Tour a quella verde di una squadra di calcio spagnola. Oscar Pereiro ha appeso la bici al chiodo dopo undici anni di onorata carriera e sette vittorie al suo attivo, e ha iniziato immediatamente una nuova vita: a 33 anni ha esordito domenica nelle file dei galiziani del Coruxo, squadra che milita nella Segunda Division B, l’equivalente della nostra Lega Pro.
L’ex corridore iberico, a cui fu assegnata a tavolino la vittoria del Tour de France nel 2006 dopo la squalifica per doping dello statunitense Floyd Landis, ha firmato il contratto con la squadra di calcio la scorsa settimana. Domenica, Pereiro ha fatto il suo debutto con la squadra B del Coruxo nel secondo tempo della sfida con il Louro (la squadra per la quale Pereiro ha giocato da ragazzino, ndr), ma non ha salvato i suoi dalla sconfitta per 1-0. L’ex re della “Grande Boucle” - compagno di squadra di Valverde prima e di Contador poi -, è stato schierato sulla fascia, ha giocato circa mezz’ora.
Felice come un bimbo il diretto interessato, che fino a 14 anni giocò con un piccolo club della zona, il Louro, appunto, come attaccate. «Fu Indurain a portarmi verso il ciclismo ­ raccontò con la maglia gialla sulle spalle nel 2006 -. Ho cominciato ad andare in bicicletta a 12 anni, spinto dagli amici. Mi piaceva, ma è stato grazie alle imprese di Miguel al Tour che preferii la bicicletta al pallone».

Il giovane Pereiro ha studiato anche due anni da architetto; quello di oggi guarda al futuro con serenità: «Dal ciclismo alla fine ho avuto molto: soldi, fama e un anno eccezionale (il 2006). Al calcio chiedo solo divertimento». Meno entusiasta il tecnico del Coruxo, Jesus Camino: «Non è un calciatore eccezionale, ma è stato in ogni caso utile alla squadra».

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