Che quello che ci governa sia un governo pericoloso lo hanno capito anche le rape. Ma chi è il più pericoloso al governo? Escluso il capo, che lo è più di tutti in omaggio alla saggezza popolare che ci dice dove puzza il pesce, chi, dopo il capo, è il più pericoloso? Pecoraro Scanio? Che egli sia un personaggio imbarazzante e un ministro impresentabile, è fuor di dubbio e l'indignazione quando c'è di mezzo lui è il sentimento più conciliante che si possa provare. Sono indimenticabili - immortalati da foto che hanno fatto il giro del mondo - i suoi sghignazzi al funerale di Stato di nostri soldati morti mentre servivano il nostro Paese. E rimarrà memorabile la frottola secondo cui la temperatura dell'Italia si sarebbe elevata di 4 volte rispetto alla media globale. Ma siamo proprio sicuri che, dopo il Presidente del Consiglio, sia proprio questo Scaramacai di ministro il più pericoloso per il Paese? Detto diversamente: quale pericolo è più grande, quello aperto, noto e palese, o quello insidioso e, magari, mascherato da progetti accattivanti?
Facciamo attenzione, signori: se - dopo il capo di governo - Pecoraro è il più pericoloso per questo governo, è Bersani il più pericoloso di questo governo, cioè per il Paese. Che è la cosa che veramente conta. Bersani è più pericoloso perfino del ministro delle Finanze. Questo, più che dissanguarci con le tasse non può, e Pecoraro più che sperperare il denaro delle nostre tasse obbligandoci ad acquistare dannatissimi e dannosissimi pannelli fotovoltaici non può. Bersani, invece, ministro dello Sviluppo economico, starebbe pianificando il futuro benessere nostro e dei nostri figli.
Avrebbe dichiarato che è «favorevole al nucleare di IV generazione». Temo che non sappia neanche di cosa parli: il che non è escluso visto che come consulente per l'energia si tiene, da sempre, tale Umberto Carpi, professore di letteratura italiana in pensione. Il nucleare di IV generazione non esiste e, quando e se esisterà, non è detto che sia migliore di quello classificato di III generazione. Nel mondo sono in esercizio reattori di I e di II generazione e qualcuno di III, e di III generazione sono i reattori oggi in costruzione in Finlandia e in Francia. Se tanto ci dà tanto, quando (e se) i cosiddetti reattori di IV generazione saranno commercialmente realizzabili, c'è da attendersi che Bersani sarà favorevole a quelli di V generazione. Il Paese ha bisogno, come ha osservato recentemente anche l'on. Casini, che si avvii subito un programma nucleare: avviarlo subito significa, innanzitutto, diffondere informazione tecnicamente accreditata e sperare, nel giro di alcuni anni (e saremmo già in ritardo) di produrci da noi il primo chilowattora elettronucleare, dopo 20 anni di irresponsabile e disastroso fermo.
Bersani è quello che rese il disastro perfetto, avviando nel 1999 lo smantellamento accelerato dei reattori di Trino e Caorso, rendendo di fatto impossibile realizzare l'unica cosa sensata da realizzare: riavviare quei reattori e dare a Milano e Torino tutta l'energia elettrica che quelle città reclamano. E se qualcuno avesse perplessità sul riavviare un reattore fermo per 20 anni, si sappia che uno dei 3 reattori di Browns Ferry, in Alabama, fermo dal 1985, è stato riavviato lo scorso giugno.
Trasciniamo anche la croce di - unici al mondo - disdegnare il carbone e andare «a tutto gas». E anziché rallentare sul gas cosa invece vagheggia Bersani? Un impianto di rigassificazione, che vorrebbe venderci in nome della sicurezza dei nostri approvvigionamenti: il nostro Paese si sta irresponsabilmente avviando verso un fabbisogno annuo di 100 miliardi di metri cubi di gas, ma un rigassificatore riuscirà a movimentarne, sì e no, 6, e sempreché sia rifornito a giorni alterni da navi frigorifere cariche di gas liquefatto. Insomma, impianti inopportuni, inutili e pericolosi, questi rigassificatori. E anche costosissimi: con pari spesa si installano 2 reattori nucleari sufficienti a garantire un buon 8% del nostro fabbisogno elettrico.
Franco Battaglia
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