«Una paralisi totale dei cieli in tutto il nord Europa come quella in corso, non accadeva esattamente dal terribile 11 settembre 2001». Per Giuseppe Daniele Carrabba, direttore centrale coordinamento aeroporti dell'Enac (Ente nazionale aviazione civile), uno dei massimi esperti italiani di sicurezza e tecnica aeronautica, quello di ieri è stato un giorno infernale.
La situazione è ancora da allarme rosso?
«La situazione è molto grave».
La nuvola di polveri continua a spostarsi?
«Le correnti in alta quota la spingono in direzione sud-est. Ma il guaio non è soltanto il suo movimento. Il fatto inquietante è che continua ad allargarsi. Diventa con il passare delle ore sempre più grande. Se il vento non cambia non crediamo che l'emergenza rientrerà nel giro di 48 ore come si prevede».
Quali rischi per i cieli italiani?
«Pochi. A condizione che i venti spingano la nuvola verso i Balcani e la Russia. Ma molto dipenderà dalle condizioni meteo E poi il vulcano continua a eruttare. Difficile fare una previsione».
Questa gigantesca nuvola quali danni provocherebbe per gli aerei?
«Gli aerei devono restare a terra per due ragioni. La prima è di visibilità. Perché la nuvola è posta a 15mila metri, proprio all'altezza di crociera dei jet. La seconda riguarda le particelle che compongono la nuvola. Sono materiali corrosivi che si incollano alla fusoliera, provocano dei danni, ma non a brevissimo tempo. Invece il pericolo immediato è per i motori. Se, infatti, queste particelle si attaccassero alle palette dei rotori le eroderebbero, facendo spegnere i motori durante il volo, con conseguenze devastanti».
Gli aerei potrebbero cambiare le proprie rotte e schivare la nuvola?
«Modificare la rotte è un'operazione difficilissima e imprescindibile dai calcoli sui consumi di carburante dei aeroplani».
Allora non resta che lasciarli a terra in attesa che la nuvola si sposti?
«Gli aerei devono restare a terra per motivi di sicurezza.
E i rimborsi?
«Il regolamento europeo parla chiaro: niente rimborsi se il volo è annullato per cause eccezionali. E questa lo è. Forse si salva soltanto chi si è assicurato contro questo rischio».
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