Forse a Natale bisogna essere tutti più buoni. Ma, in qualche caso, anche con tutta la buona volontà e limpegno possibili, è dura. Per esempio, con il sindaco di Genova. Beppe Pericu è una persona gradevole, molto a modo, uno perfetto per i salotti e le settimane bianche nelle località più esclusive. E poi sa parlare bene, riesce sempre a girarla in modo che ha ragione lui. Parla, parla e, alla fine, ti convinci di avere torto anche quando hai ragione. E gli piace il dialogo: quando è stato deputato del centrosinistra era uno di quelli con cui era un piacere discutere, perchè teneva sempre conto delle esigenze degli altri. Una specie di signorotto di campagna daltri tempi, capace di smitizzare tutto con lironia e con un cinismo di fondo tipico di chi pensa che tutto saggiusta e che cè di peggio al mondo.
Ma possibile che questuomo, proprio sotto Natale, debba trasformarsi in una sorta di Ernesto «Che» Pericu? In una specie di Zapata (no, non quello che ha segnato alla Sampdoria laltro giorno a Udine, proprio Emiliano) al pesto? In un emulo di Pancho Villa della Lanterna e non per i chili di troppo?
E invece. Prima, Pericu non ha condannato lazione dei contestatori che hanno costretto gli organizzatori dellOlimpiade a spegnere la fiamma, disonorando il nome di Genova nel mondo.
Non commento. È Natale e bisogna essere più buoni.