(...) dellinceneritore di rifiuti a Scarpino. Gli unici a restare contrari sono stati i tre consiglieri Ds (Deplini, Molfino e Burlando) e il verde Brignolo. Gli altri, pur con vari distinguo, hanno detto sì. Per cui, almeno dal punto di vista politico, adesso Pericu si sente tranquillo e può esternare la sua opinione sullinceneritore. Del resto chiamarlo termovalorizzatore non basta. Il nome dà unidea molto più positiva rispetto allinceneritore, ma non è sufficiente a tranquillizzare molti cittadini. E così Pericu spiega con una lettera aperta (affissa anche con manifesti in città) come il Comune intende procedere nelle sue decisioni.
Questa volta lamministrazione non si mostra spavalda. Sa di dover affrontare unopposizione al suo piano, ma sa anche che non è unopposizione che si può deridere o battere a colpi di maggioranza in sala rossa. Questa volta lopposizione nasce proprio nella cittadinanza, che in parte (pur se minoritaria) resta contraria allinceneritore di Scarpino. E che tra meno di un anno deve tornare alle urne per scegliere il nuovo sindaco. La sinistra di problemi sia interni che esterni ne ha già parecchi, le sue ultime decisioni non hanno certo trovato più consensi che dissensi, e il timore di una sonora sconfitta spinge a usare toni meno sprezzanti del solito.
Tanto che Giuseppe Pericu ammette quello che in consiglio comunale non avrebbe mai ammesso: «Esistono anche valutazioni che non ritengono soddisfacenti questi risultati e denunciano il rischio di fenomeni di inquinamento - in particolare dovuti alle cosiddette nanoparticelle - ancora in fase di studio». Insomma, non cè la certezza che facciano male, ma neppure la garanzia assoluta che siano innocue. E quindi, aggiunge subito il sindaco, «è chiaro che la salute e il benessere dei cittadini siano la prima delle nostre preoccupazioni, e che ogni opinione in questo campo delicatissimo debba essere valutata con la massima serietà». I timori di chi vede il «pericolo» di un inceneritore in città non possono essere liquidati come fossero solo battute di Beppe Grillo, sentenzia Pericu. Che non a caso sceglie il metodo della lettera aperta che a Genova si usa solo per le «grandi occasioni», tanto che lunico precedente risale al 1970, quando il sindaco si rivolse alla cittadinanza per spronarla a riprendersi dopo la devastante alluvione.
La butta molto sul piano della responsabilità, Pericu. Fa un po di filosofia amministrativa sullimportanza del senso civico che dovrebbe far diminuire la produzione dei rifiuti e aumentare il ricorso alla raccolta differenziata. Ma si fa anche concreto quando dice di volersi prendere sulle spalle il peso di una scelta gravosa e difficile, di quelle che nessun sindaco vorrebbe fare, ma che solo per senso di responsabilità questa giunta ha deciso di affrontare. Si guarda bene, Pericu, dal dire che forse avrebbe aspettato volentieri la scadenza del suo mandato se non fosse che a fine mese, nel caso non si sbrighi a prendere una decisione «impegnativa e responsabile», Genova perderebbe i soldi dellUnione europea (un terzo circa dei 200 milioni necessari a realizzare il termovalorizzatore.
Il sindaco insiste molto sulle garanzie ambientali che intende offrire ai genovesi e allimpegno di chi dovrà vigilare sulla salute dei cittadini. «Ai rappresentanti della città è assegnato il pieno diritto di verificare che limpianto venga dotato di tutte le condizioni di sicurezza, comprese quelle che nel frattempo si rendessero disponbili e perseguibili concretamente - scrive Pericu -.
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