Cronaca locale

Ma in periferia i negozi non «battono chiodo»

Al Corvetto si lamentano un po’ tutti: «Non c’è nessuno, per i ribassi sbagliato il periodo»

Ma in periferia i negozi non «battono chiodo»

Alessandro Ruta

Periferia sud Milano, che ci siano i saldi è assodato, decine di cartelli nelle vetrine lo indicano. Sconti del venti, trenta, cinquanta per cento. Di gente in giro, però... pochissima: solo nei negozi più «specializzati», come quelli di pelletteria o di articoli per l’infanzia. In zona Corvetto è anche giorno di mercato: un potenziale rivale in più per i commercianti. I volti di alcuni esercenti rispecchiano la situazione: forte delusione, in qualche caso, anche rabbia.
«Da una vita faccio questo mestiere e i saldi una volta erano tutt’altra cosa. Quest’anno siamo partiti decisamente in male. È chiaro che ci aspettiamo di più, ma il trend per ora è negativo. Strano, credevo arrivassero più persone, visto che, come è accaduto gli anni scorsi, la gente per una quindicina di giorni prima degli sconti non si è fatta vedere, sapendo che in questo periodo sarebbero scattati i ribassi. Ma poi, parliamoci chiaro, di soldi ne girano pochi...», protesta il gestore di negozio d’abbigliamento, in corso Lodi, che punta il dito anche contro la cattiva informazione: «Quando sento gli inviti a fare attenzione alle fregature dei saldi mi arrabbio. Noi non siamo dei ciarlatani».
La titolare di «Moda nuova», in via Gamboloita, invece afferma che «sono giorni che ho il negozio pieno, ma stamattina che ci sono i saldi non si è ancora visto nessuno. Non devono iniziare così presto: andrebbero fatti da metà agosto a metà settembre, altrimenti non hanno senso. Le piccole attività come la mia sono le più penalizzate, perché non hanno fondi di magazzino. Oggi la gente vede le stesse cose di una settimana fa a metà prezzo, ed è chiaro quindi che si senta presa in giro».
C’è qualcuno che dà la colpa della partenza a rilento dei saldi al primo esodo dei vacanzieri.

Conclude il titolare di un negozio di abbigliamento: «Otto milioni di persone sono già andate in ferie, e questo certamente non ci aiuta».

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