Perla di Stankovic, l’Inter resta fra le stelle

Riccardo Signori

da Milano

Nel sangue zingaro di Dejan Stankovic si è infilata la vena del matador. Con lui cominciò la rimonta nerazzurra ad Amsterdam, con una raffinatezza del suo piede l’Inter ha chiuso il conto con l’Ajax che mai quest’anno aveva perso in trasferta. Ha vinto l’Inter dai piedi buoni (che non comprendono quelli di Adriano), tante grazie a Figo, Veron, Stankovic e qualche altro. Dimostrazione che le belle scuole di calcio olandese servono, ma il talento serve di più. È stata vittoria striminzita solo per le solite patacche propinate da Martins e Adriano. L’Inter ha segnato un gol, preso una traversa, sbagliato reti, buttato un rigore con il bomberone brasiliano, tornato a miserie di qualche settimana fa. Sarà bene si alleni anche a tirare i rigori in vista del Villarreal nei quarti. Non si sa mai!
Primo tempo pieno di voglie nerazzurre ed anche di sprechi. San Siro nuovamente pieno ha fatto bel vedere. I tifosi olandesi non si sono negati qualche sfottò. Quelli interisti, dopo essersi goduti il revival delle vecchie glorie, gioia per per grandi, piccini ed amanti del calcio che fu, hanno cominciato a fare i conti con i giovin fringuelli che non ci prendono mai. Leggasi alla voce Adriano e Martins, tanto per intendersi. L’Inter ha prodotto azioni e idee e quelli le hanno mandate in fumo. La squadra si è affidata alla bella vena di Figo che, chissà mai esaltato dall’incrociare campioni entrati nel cuore della gente nerazzurra, ha cercato di ritagliarsi un angolino. Il suo daffare è stato calcio firmato, soprattutto nel momento dell’ispirazione per mandare in porta Adriano. Non altrettanto quando si è trattato di concludere di persona. L’Inter ha provato a pungere l’Ajax con azioni in velocità, palla lunga e vai col vento. Ma gli olandesi hanno trovato sempre modo di salvarsi.
Il risultato è stato un primo tempo senza gol ma con almeno quattro occasioni favorevoli ai nerazzurri, mentre l’Ajax ha fatto scaldare mani a Toldo solo dopo mezz’ora (tiro di Rosales). Nel conto vanno soprattutto le due occasioni più clamorose del giocare nerazzurro: dopo undici minuti Martins ha pescato la traversa, calciando da fuori area una palla carambolata sul suo piede direttamente da un mischione d’area. Invece dopo 26 minuti Adriano ha fatto ben di peggio, calciando a lato un rigore che pareva la ciliegina sopra tanto premere e provare. Merito del rigore va a Stankovic, infilatosi una volta di più sulla sinistra per pescare la mano di Linderbergh proteso ad ostacolarne il cross. Brutto segnale per una squadra peraltro ben assestata in difesa, dove Materazzi non ha perso colpi facendo sventolare il testolone.
La squadra di Mancini ha giocato calcio agile e talvolta scarno, ma tanto serviva per infilarsi nella lenta difesa olandese. Però Adriano troppo spesso ha bisticciato con difensori tornati muri per i suoi dribbling. E Martins ha messo a disposizione solo vena da sprinter. Ogni tanto Figo lo guardava come a dire: ma da quale calcio vieni? E il nigeriano è riuscito perfino a metter il muso quando è uscito. Ci voleva qualcosa di più. L’Ajax così giovane, monotematico e fragile nel gioco d’attacco non poteva tenere sotto scacco questa Inter così griffata. Ed allora, nel secondo tempo, la squadra ha ricominciato manovre d’aggiramento: Adriano ha provato ma gli è andata male. Invece Stankovic ha finalmente trovato il guizzo d’autore: si è infilato da sinistra ed ha calibrato pallone nell’angolo opposto.

Conclusione raffinata e chirurgica, calcio di uno che ha sangue nobile anche se, ogni tanto, svolazza con soave leggerezza. Ieri sera il serbo aveva voglia di metter marchio sulla partita e c’è riuscito come nell’andata. E lo smile è comparso sulla faccia dell’Inter, nonostante l’ultima conclusione clamorosamente sprecata da Adriano.

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