Milano - Le carte sono da restituire. Anzi no. Se le tiene ancora il pm. Lo stesso materiale è stato dissequestrato e risequestrato nel giro di otto ore. Succede alla Procura di Milano. In un procedimento che vede coinvolto, manco a dirlo, Silvio Berlusconi. È mattina quando il Tribunale del riesame deposita le motivazioni con le quali ordinava al pm Fabio De Pasquale di restituire tutte le carte sequestrate durante la perquisizione del 20 febbraio scorso in casa Fininvest.
L’inchiesta è quella sui presunti fondi neri creati attraverso la compravendita dei diritti televisivi e cinematografici. Sono le otto di sera quando lo stesso pm Fabio De Pasquale annuncia l’intenzione di depositare un nuovo ordine di sequestro che automaticamente annulla l’ordinanza del Riesame. Quelle missive, quelle e-mail, tutti quei documenti che dovevano essere restituiti perché, scrivevano i giudici del Riesame «non risultano soddisfatti i requisiti minimali per la sussistenza del fumus commissi delicti, indispensabili per sostenere il disposto sequestro» restano nelle mani del pubblico ministero. Come sia possibile è l’avvocato di Berlusconi, Piero Longo a spiegarlo. Il dito è puntato contro lo stesso sistema legislativo: «La nostra procura della Repubblica con la mano sinistra toglie e con la mano destra dà. È il sistema a consentirlo».
In che modo? «Diciamo che alle dieci della mattina arriva in via urgente l’ordinanza del Tribunale del riesame. L’ordinanza è immediatamente esecutiva - spiega Longo -. Nel momento in cui il pm la riceve, nello stesso istante deve restituire le carte. Ma così non succede. Perché il pm magari in quel frangente non c’è o è impegnato. Insomma diciamo che l’ordinanza non arriva a destinazione. Almeno non subito». Giusto il tempo, per il pm, di mettersi alla scrivania per riscrivere una nuova ordinanza che «può contenere addirittura le stesse motivazioni al sequestro o altre - spiega Longo -. Ma quel che più conta è che in questo modo viene annullata automaticamente l’ordinanza del riesame». E questo è quello che farà il pm: riscrivere le motivazioni per chiedere il sequestro-bis.
La perquisizione era stata eseguita dai finanzieri negli uffici della Fininvest in via Paleocapa e nello studio legale appartenuto in passato ad Aldo Bonomo, presidente Fininvest nel frattempo defunto. Tra le carte sequestrate, una lettera con cui Bonomo garantiva all’uomo d’affari di origine egiziana Frank Agrama, presunto socio occulto di Berlusconi, un giro d’affari annuo di 40 milioni di dollari sui diritti tv. La perquisizione va avanti tutto il giorno. Per De Pasquale «tale documentazione costituisce corpo di reato». Per il Riesame gli atti non erano invece sufficienti a motivare il sequestro. Ora si aspettano le motivazioni al sequestro-bis.
Poi, probabilmente ci sarà un nuovo ricorso al Riesame.Quel che è certo è che fino a questo momento la procura di Milano non ha ancora restituito alla Fininvest le carte sequestrate come era stato ordinato dal Riesame.
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