Magistratura

Perquisizioni, Porro: "Niente dossier" Sallusti: "Ci stupisce la violenza usata"

Perquisita per sei ore la sede del Giornale e le abitazioni di direttore e vicedirettore. L'inchiesta dei pm Piscitelli e Woodcock su presunte minacce di dossier sulla Marcegaglia. Il direttore accusa (video): "Le perquisizioni sanno di violenza privata". Il vicedirettore (video): "Pubblicate gli audio delle telefonate, con Arpisella ho un rapporto da amico". Feltri (video): "Contro la Marcegaglia non c'è mai stato nulla". Tutti i flop del magistrato che spia i vip. Il capo della procura Lepore accusa, Sallusti lo querela per diffamazione.
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Milano - Perquisita la redazione. L'ufficio del direttore, Alessandro Sallusti, e quello del vicedirettore, Nicola Porro. E anche le loro abitazioni. I decreti di perquisizione, eseguiti dai carabinieri del Noe, emessi dai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock e vistati dal procuratore Giovandomenico Lepore. L’indagine sarebbe scaturita da alcune intercettazioni disposte nell’ambito di una diversa inchiesta condotta dai magistrati partenopei. Il direttore e il vicedirettore sono indagati nell’ambito dell’inchiesta della procura di Napoli sulle presunte minacce in dossier sulla presidente della Confindustria. L’ipotesi formulata dai pm è di concorso in violenza privata (articolo 610 del codice penale).

Sallusti racconta (video) "Stamattina più di 20 carabinieri mandati da Napoli si sono presentati nelle nostre abitazioni, nella sede di Milano e in quella di Roma, alla ricerca di presunti dossier sulla Marcegaglia. Siamo rimasti colpiti dalla violenza e dallo spiegamento di forze. La perquisizione personale per cercare dossier sa di violenza privata. E' un indizio di violenza psicologica. La cosa che ci stupisce è la violenza che è stata usata e che non si riserva neanche ai criminali comuni. C'era il mandato anche per le perquisizioni personali come se eventuali dossier li tenessimo nelle mutande". Poi accusa: "Al Giornale nel mio pc e nel mio ufficio non è stato trovato nulla su Emma Marcegaglia. Ma, in compenso, è stata spulciata tutta la mia posta personale. L'ipotesi di reato ridicola. Woodcock poteva usare meglio i suoi uomini, a Napoli ci sono molti problemi". E punta il dito sul pm: "Ho il sospetto che Woodcock sia un po' irritato con noi per l'articolo di Giancarlo Perna che ricostruisce tutti i suoi insuccessi e ipotizza una mania di protagonismo. In più c'è il mio pezzo di lunedì, sulle procure che spiano il Giornale". E sul suo presunto coinvolgimento: "Io non ho fatto nemmeno una chiamata e infatti ho querelato Lepore. Io sono indagato per un paragrafo sulla Marcegaglia in un editoriale su Montecarlo". E sui dossier spiega: "Basta con questa fobia per i dossier. A scanso di equivoci se avessimo avuto qualche informazione sulla Marcegaglia l'avremmo pubblicata".

La versione di Porro (video) "Arpisella lo sento regolarmente da dieci anni. Non era mia intenzione minacciare nessuno. Tutte le frasi che avete letto sono poco rispetto a quello che io ho fatto negli anni con il responsabile della comunicazione. Nonostante io non sia stato sempre tenero nei confronti della Confindustria con Arpisella ho sempre avuto un rapporto amicale. Vi prego di pubblicare gli audio di tutte le mie intercettazioni. Così tutti si potrebbero rendere conto del mio tono, assolutamente scherzoso. Lo stavo prendendo in giro". Poi smonta la tesi dei dossier: "Nessun dossier. La Marcegaglia può essere arrabbiata per quello che io scrivo sul Giornale o sul mio blog. Ma non esiste nessun dossier. Pubblicate tutti i miei dialoghi, con gli audio. E' solo il rapporto scherzoso con una fonte". E a chi gli chiede della deposizione della Marcegaglia il vicedirettore risponde: "Non so davvero come sia possibile. Io ho parlato come faccio da dieci anni con Arpisella. Ma da oggi non lo chiamo più. Ho cancellato il numero". Poi chiarisce sui segugi: "Ma quali segugi? Da qui si capisce che è uno scherzo vero. A Mantova non c'è mai stato nessuno e nessuno doveva andarci. E' davvero uno scherzo".

Feltri e Confalonieri (video) Sulla vicenda interviene anche il direttore editoriale, Vittorio Feltri: "Una mattina mi ha chiamato Confalonieri per chiedermi se stessimo preparando un'inchiesta sulla Marcegaglia. Ma nessuno mi aveva mai parlato di nulla. Sallusti mi aveva riferito dello scherzo fatto ad Arpisella al telefono da Porro. Contro la Marcegaglia e contro Confindustria non c'è mai stato e non c'è nulla. Se ci fossero sarebbero saltati fuori, visto che hanno perquisito anche la biancheria. La Marcegaglia - insiste - parla ogni due minuti alla televisione e ci ha fatto venire il latte alle ginocchia. Anzi, se permettete, ci ha anche rotto i coglioni. Quando ero direttore non me ne fregava niente di intervistarla, e penso di interpretare il pensiero di Sallusti e cioè che anche a lui non interessa una sua intervista".

La tesi dei pm Piscitelli e Woodcock intendono approfondire alcune conversazioni tra i due giornalisti e il segretario del leader degli industriali relative a insistenze affinché Marcegaglia "correggesse" alcune dichiarazioni forti contro l’azione del governo, minacciando la pubblicazione di notizie che la danneggiavano. Il decreto di perquisizione, dunque, porta al sequestro di pc e documentazione in possesso dei due giornalisti.

Le accuse della Marcegaglia La percezione di "un rischio reale e concreto per la mia immagine e la mia persona...". Così il presidente di Confindustria interrogata in qualità di persona informata dei fatti dai pm di Napoli Piscitelli e Woodcock il 5 ottobre scorso, spiega il suo stato d’animo dopo aver appreso di una presunta campagna che Il Giornale avrebbe avuto intenzione di organizzare nei suoi confronti. Un passaggio della testimonianza è riportato nel decreto di perquisizione eseguito oggi. "Dopo il racconto che Arpisella mi fece - dichiara la Marcegaglia - ho sicuramente percepito l'avvertimento come un rischio reale e concreto per la mia persona e per la mia immagine, tanto reale e concreto che effettivamente ci mettemmo, anzi mi misi personalmente, in contatto con Confalonieri. Il Giornale e il suo giornalista - ha aggiunto - hanno tentato di costringermi a cambiare il mio atteggiamento nei confronti del Giornale stesso concedendo interviste che, per la verità, io sul Giornale almeno recentemente non avevo fatto... Non mi era mai capitata una cosa simile, e cioè non mi era mai capitato che un quotidiano tentasse di coartare la mia volontà con queste modalità per ottenere un’intervista ovvero in conseguenza di dichiarazioni precedentemente rilasciate".

La querela di Sallusti Sallusti ha dato mandato di querelare il procuratore di Napoli, Lepore, per diffamazione con grave danno alla propria reputazione e immagine, in merito alle dichiarazioni del procuratore rilasciate al sito del Corriere della Sera. Il magistrato ha detto: "Nel controllare un numero di telefono ci siamo resi conto che i colloqui tra i giornalisti del Giornale con il segretario del presidente degli industriali erano tesi a fare cambiare atteggiamento al presidente degli industriali che aveva rilasciato dichiarazioni dure contro il governo". Il direttore Sallusti scrive: "Non ho mai fatto o ricevuto alcuna telefonata, messaggio o e-mail sull'argomento in questione, non ho mai parlato in vita mia con il presidente Marcegaglia, con il suo assistente Rinaldo Arpisella, del quale ho appreso solo oggi l'esistenza, né con persone riconducibili allo staff del presidente di Confindustria". Subito Lepore corregge il tiro. E precisa: "Non mi riferivo alle telefonate di Sallusti con il segretario del presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ma ad altre conversazioni".

IL VIDEO
Ecco la versione integrale della conferenza stampa: guarda

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