Perrucci: «Servono più giovani»

Imprenditore con interessi in mezzo mondo, un socio-amico solidissimo come Gabriele Volpi, già presidente della Federnuoto e della Pro Recco di cui è presidente onorario. Gian Angelo Perrucci, 64 anni, sta seguendo con un certo distacco ma sempre con grande attenzione le vicende pallanuotistiche italiane.
Perrucci, sulla pallanuoto soffiano forti venti di crisi. Il campionato rischia di essere falsato. Per molti giocatori si prospetta una situazione a dir poco allarmante.
«La pallanuoto malgrado tutti i successi della nazionale a Mondiali, Olimpiadi ed altro, è uno sport che non è seguito assolutamente dall'industria, intesa come imprese che possano sponsorizzare le società. È il vecchio discorso. Finché nella pallanuoto non entreranno dei veri sponsor, i club resteranno in mano a presidenti che fanno il bello e cattivo tempo. Insomma, o c'è il mecenate, o ci si deve accontentare di club che a mala pena riescono ad affrontare il campionato. Un’altra cosa: l'idea di concedere l'ingresso gratuito da parte della Pro Recco è stata mia. Non è meglio avere più spettatori in piscina che incassare più o meno mille euro? Già in altre parti d'Italia il biglietto d'ingresso è stato abolito. Sbagliato, ma almeno non si presenta una piscina con le gradinate vuote».
Dove vanno ricercate le responsabilità?
«Senza dubbio le responsabilità sono in primis della Fin, che non ha saputo cogliere i momenti favorevoli dopo i successi dell'Olimpiade e dei Mondiali. Con ciò non voglio fare un'accusa specifica a Barelli o a chi lo ha preceduto (Bartolo Consolo, ndc) ma senza dubbio il vertice federale con il suo presidente ha la responsabilità di non aver saputo sfruttare il momento. Le soluzioni? La federazione autonoma, trovare persone nuove e diverse, basta con le solite facce che da 40 anni si fanno vedere in piscina. Ci vuole gente nuova, con idee nuove, con grinta, con voglia da fare. Ed una federazione a parte, che sappia camminare con le sue gambe».
Il progetto Pro Recco viene guardato con sospetto, criticato, addirittura avversato da certi ambienti.
«Chi vince è sempre inviso.

Ricordiamo la Juventus degli anni d'oro. È quasi una regola. Con molta onestà devo dire che ero molto contrario agli acquisti fatti da Volpi, o meglio da Ferretti, ad inizio della gestione. Sulle scelte di Volpi mi sono dovuto ricredere».

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