"Gli diedero 5 mesi di vita…". Il retroscena di Al Bano sulla malattia di Toto Cutugno

Una malattia lunga più di 20 anni di cui sapeva tutto, sin dall'inizio, l'amico fraterno Al Bano: ecco il suo racconto su Toto Cutugno e gli episodi che li hanno legati nelle loro carriere

"Gli diedero 5 mesi di vita…". Il retroscena di Al Bano sulla malattia di  Toto Cutugno
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La scomparsa a 80 anni di Toto Cutugno ha lasciato un solco di profonda amarezza e tristezza nei suoi colleghi che all'unanimità hanno ricordato il talento e la persona, oltre al musicista apprezzato in Italia e in tutto il mondo, che era il cantautore nato a Fosdinovo. Tra di loro, Albano Carrisi è stato tra quelli che lo conosceva meglio di altri raccontando le prime fasi della malattia che risalgono a quasi 20 anni fa.

I ricordi e la malattia

"Ma quali rivali, ma quali nemici eravamo fratelli io e Toto", ha raccontato Al Bano al Corriere subito dopo aver saputo della morte del suo fraterno amico mentre si trovava a Forte dei Marmi in preparazione per un concerto. Nonostante le numerose "sfide" sul palco, da Sanremo ad altri festival dove venivano considerati rivali, in realtà c'è sempre stata una forte amicizia che andava ben al di là del gradimento del pubblico per l'uno piuttosto che per l'altro. Prova ne è quando, nel 2004, Toto Cutugno venne a conoscenza del tumore alla prostata chiedendo dei consigli proprio ad Al Bano che oggi racconta: "Allora gli diedero cinque mesi di vita, ma ha resistito poi altri vent’anni".​

Si tratta di un mostro che l'autore di uno dei brani più famosi ed esportati nel mondo, "L'italiano", si è portato dietro per tutto questo tempo: le prime cure al San Raffaele grazie all'aiuto di Al Bano che, per l'ultima volta, lo ha sentito telefonicamente tre mesi fa. "Mi ha fatto gli auguri per il mio compleanno, ma ci eravamo visti a casa sua l’anno prima e già li avevo capito che non stava bene. Eravamo davvero amici", ha sottolineato. Tra i due tutto nacque nel 1977 quando erano entrambi sulla cresta dell'onda musicale. "Lavoravamo per la stessa casa discografica, dovevamo incidere in francese, gli diedi un discreto numero di consigli - spiega Al Bano - Da lì nacque una frequentazione durata una vita: veniva a casa mia a Cellino San Marco, siamo andati insieme a Mosca, dov’era popolarissimo, come si sa. Venne con me alla festa per i miei 70 anni e fu un successo straordinario", ricorda commosso.

Era il 1984 quando si piazzarono ai primi due posti del Festival di Sanremo: Al Bano vinse con il brano "Ci sarà", Toto Cutugno arrivò secondo con "Serenata". "Questa storia dell’eterno secondo sicuramente lo faceva arrabbiare, ma a me non ha mai detto niente. Certo, al Festival sei uno contro tutti, l’amicizia viene meno". Come abbiamo visto sul Giornale.it, tra gli immensi e indimenticati successi c'è "L'Italiano": Al Bano capì subito che sarebbe diventato un enorme successo tant'è che i due, insieme, la incisero dieci anni dopo. "La verità è che lui era un campione, ma l’hanno sempre trattato male", spiegando che si trattava di critiche "radical chic" che "non vedeva di buon occhio. Ma quello che conta sono le canzoni e le sue resteranno per sempre".

Il ricordo di Jovanotti

Un saluto affettuoso e commosso è arrivato via social anche da parte di Lorenzo Jovanotti che ha ricordato il "grande Toto, amico e maestro, sempre con una storia formidabile e un aneddoto fantastico da raccontare quando ho avuto la gioia di passarci del

tempo. Miniera di consigli sul mestiere dello scrivere canzoni (mi svelò un trucco per far volare i ritornelli, che prima o poi userò in una canzone). Burbero dal cuore tenero e grande musicista esperto e curioso".

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