Milano, una città che pulsa tra moda, arte e bellezza, fa da sfondo a Diego Dalla Palma, icona del make-up, imprenditore e artista che in occasione dell'uscita del suo libro Alfabeto emotivo (Baldini+Castoldi) ha rilasciato un' intervista al Corriere della Sera raccontando come questo lavoro sia un "appunto di chi si accinge a lasciare la vita". Una frase drammatica, ma pronunciata con lucidità e fermezza.
La scelta della propria fine
"Ho programmato la mia morte", confessa senza esitazione. La frase colpisce, ma Dalla Palma precisa subito: "Un medico ha già pronta la dose. Ho organizzato tutto con un avvocato e un notaio". Non si tratta di un gesto impulsivo, ma di un piano meditato: un atto di controllo sulla propria esistenza. "Non voglio assolutamente affrontare il numero 80", aggiunge, e la pausa che segue è eloquente. La sua motivazione non è il dolore né la depressione: è un senso pratico della vita, accompagnato da leggerezza e gioia. "Ho conosciuto la malinconia e il dolore, mai la tristezza. Oggi sono leggero, quasi felice. Beato. E senza paura. Ho deciso".
La fatica del corpo e della mente
Dalla Palma racconta come il corpo e la mente gli suggeriscano che il tempo sta cambiando: "Alzarmi dalla sedia, al cinema o a teatro, diventa una piccola umiliazione: traballo. Devo cambiare le mutande due volte al giorno. La mente non è più quella di prima. È vita?" Nonostante ciò, emerge un forte senso di orgoglio: "Ho salvato i miei genitori malati dalla miseria, per quanto potevo. Ma io? Ho pochi soldi per qualche sorriso; la vera vittoria sarà andarmene a modo mio. Ho un orgoglio: non voglio dipendere da Curia, Stato, politici".
L’ultimo atto pianificato
Il piano finale è dettagliato e rigoroso. Sarà da solo, in un luogo del cuore, all’estero. Prima trascorrerà un momento meraviglioso: un pasto speciale, un buon vino, e poi il momento finale, rapido, tranquillo, senza teatralità. "Sarà velocissimo: due, tre minuti. È una liberazione", confessa. La liberazione riguarda non solo la morte, ma anche la padronanza di un destino fino a oggi condizionato da eventi e circostanze.
Esperienze spirituali e arte
L’intervista si apre anche alle esperienze che hanno segnato profondamente la sua vita. Dalla Palma racconta di essere sopravvissuto a un coma a sei anni, dopo una meningite. "Non volevo vedere né mamma né papà: avevo bisogno di quelle figure fluttuanti in una luce lilla che mi portavano in volo", dice. Dopo quell’esperienza scopre l’arte e la bellezza del disegno, aprendo una porta su una dimensione esoterica che ha sempre alimentato il suo spirito. "Come posso non credere che ci sia una forma di energia?"
Relazioni, perdono e desideri
La sincerità di Dalla Palma emerge anche parlando di affetti e relazioni: "Non voglio avvisare nessuno, sarebbe una richiesta di accettazione. Ho già perdonato tutti. Anche i due compagni che ho amato e che oggi non permettono nemmeno che li nomini. Qui non ho più né fidanzati, né fratelli, né figli". Sul desiderio di maternità rivela un rimpianto dolce: "Un maschio no, una femmina sì; mi manca. Gli uomini mi hanno deluso, salvo pochi con coscienza e candore. Ma la stima per le donne è incomparabile".
Il mondo dello spettacolo
Dalla Palma non nasconde giudizi netti sul mondo dello spettacolo: tra i conduttori dai quali non vorrebbe più essere invitato cita Diaco, Vespa e Fazio. La schiettezza è una costante della sua vita: la stessa franchezza che ha guidato la sua carriera nel make-up, nell’arte e nell’imprenditoria, oggi illumina le pagine del suo libro.
Un manifesto di vita
Alfabeto emotivo non è solo un diario di riflessioni personali: è una testimonianza di vita, un manifesto di
autodeterminazione e orgoglio. È la voce di un uomo che ha vissuto tutto con intensità, che ha conosciuto piacere, dolore, bellezza e verità, e che ora, senza paura, sceglie di lasciare questo mondo a modo suo.