
Paolo Villaggio e Ugo Fantozzi: quando l'attore diventa un tutt'uno con il suo personaggio e i ruoli si mescolano. Spesso il pubblico ha confuso l'uomo con il personaggio, ma sebbene Villaggio debba tanto al ragioniere, quest'ultimo era molto lontano dall'assomigliargli. Attore, scrittore, comico e sceneggiatore italiano, Paolo Villaggio debutta in radio nel 1967 ne "Il sabato del Villaggio" grazie a Luciano Rispoli, che lo nota in un locale di cabaret e l'anno successivo passa alla conduzione di "Quelli della domenica", dove propone sketch comici. Grazie alla pubblicazione dei suoi monologhi sull'impiegato Fantozzi sulla rivista L'Europe nasce l'idea di scrivere il libro "Fantozzi" - edito nel 1971 - una raccolta di racconti che diede origine all'omonimo film del 1975. La pellicola ottenne un enorme successo e Villaggio sceneggiò e interpretò altri nove film della saga con protagonista il ragioniere. Oltre al successo comico, Villaggio è stato anche un grande attore drammatico e ha lavorato con registi come Federico Fellini, Ermanno Olmi e Gabriele Salvatores e nel 1992 fu premiato con il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del Cinema di Venezia.
Paolo Villaggio fuori dal set
Fuori dal set Paolo Villaggio non assomigliava ai suoi personaggi. Anzi. Era un padre normale, che non portava il suo lavoro tra le mura domestiche e che viveva a pieno. "Gli piaceva stare in compagnia, tirare tardi con gli amici, fare viaggi e godersela", ha raccontato di recente la figlia Elisabetta in una lunga intervista rilasciata al settimanale Gente: "Gli piaceva la bella vita e faceva follie. Una volta affittò un aereo privato per portarci a Istanbul per il compleanno di mamma. un'altra, per andare a New York a intervistare Tyson, pretese di andarci in Concorde". Anche nel carattere, Villaggio era lontano anni luce dal suo alter ego, il ragionier Ugo Fantozzi: "Era pieno di sé, egocentrico". Eppure sul set Villaggio ha saputo trasmettere ai suoi personaggi il senso di inadeguatezza, la goffaggine e la "miseria" tipici dell'italiano medio del dopoguerra.
Come è nato Fantozzi (ma anche Fracchia e Kranz)
Era il 1975 quando nelle sale cinematografiche italiane approdava Fantozzi, il film che avrebbe dato il via a una saga di culto e trasformato Paolo Villaggio in un'icona della comicità nazionalpopolare. Ma come è nato il personaggio tragicamente comico del ragionier Ugo Fantozzi? La sua genesi affonda le radici nell'esperienza personale di Villaggio. Negli anni '60, prima del successo, l'attore lavorava come impiegato alla Cosider, una delle maggiori industrie impiantistiche italiane e organizzava eventi aziendali.
Un contesto "grottesco e surreale" - come lo definì lui stesso - che ispirò l'intero universo fantozziano. Fantozzi non fu però l'unico "alter ego" creato da Villaggio. Tra gli altri personaggi rimasti nella memoria collettiva ci sono anche Fracchia e il Professor Kranz. "Fracchia che si ribalta sul famoso pouf rappresenta per papà quel senso di inadeguatezza che, prima o poi, proviamo tutti. Il Professor Kranz, invece, era ispirato direttamente alla nonna Maria, insegnante di tedesco, donna autorevole. Tentò persino di insegnarlo a mio padre, ma non imparò nulla", ha raccontato la figlia Elisabetta su Gente.
Le cause della morte
Il 3 luglio 2017 Paolo Villaggio è morto nella clinica La Padeia a Roma Nord, dove era ricoverato da circa un mese e mezzo. A causarne il decesso sono state le complicanze respiratorie dovute al diabete, malattia con cui conviveva da tempo. A raccontare gli ultimi giorni del padre è stata la figlia, Elisabetta Villaggio: "Se n'è andato a poco a poco, non si è accorto di nulla".
L'artista genovese lottava da anni contro il diabete ma aveva un rapporto controverso con il cibo: "Era un mangione, si svegliava di notte per svaligiare il frigo. Era impossibile fermare la sua bulimia, diceva che lo aiutava a placare la fame".