Il personaggio della settimana

Ghali e D'Amico, gli "eroi" della sinistra che incatena la democrazia

Libertà di parola è solo per gli argomenti che piacciono a loro: la sinistra politica e civile incapace di dialogare innalza Ghali e D'Amico a Sanremo ma massacra Venier

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Anche questo Sanremo è finito. È stata una settimana lunga, soprattutto per gli addetti ai lavori che l'hanno dovuto seguire fino alle 2 (o alle 3) del mattino, ma è finita. Non ce ne vogliano i fan, ma questo Sanremo è facilmente dimenticabile. Al netto del ballo del qua qua e delle scarpe di John Travolta, tutto il resto è passato senza lasciare particolari segni. Tuttavia, vanno segnalate le esternazioni pro-Palestina di Ghali e Dargen D'Amico sul palco dell'Ariston, che in queste ore stanno portando insulti anche a Mara Venier. I due cantanti in gara hanno fatto un uso politico della vetrina e questa, di per sé, non è una novità per il Festival.

Certo, va capita la misura in cui i due l'abbiano fatto con un proposito opportunista, ben sapendo che si sarebbero ingraziati il pubblico giovane dei social, ma questo è un altro discorso ancora. Amadeus ha concesso il palco in maniera totale ai suoi artisti, senza alcuna restrizione, garantendo massima libertà di espressione a chiunque. Tuttavia, in questa totale libertà, è mancata una parola che bilanciasse il tutto con un richiamo al terrorismo palestinese del 7 ottobre, alle vittime giovani durante il rave e agli ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Quella parola l'ha detta Mara Venier con un comunicato letto in diretta al termine della puntata speciale di Domenica In, nel quale sono state riportate le parole dell'ad Roberto Sergio, che ha ricordato l'assalto del 7 ottobre.

Mai l'avesse fatto. Da ieri è sommersa dagli attacchi dei fan di Ghali e dalle bandierine palestinesi. Insulti e minacce non si contano più per la conduttrice veneta, accusata di essersi asservita al "potere". Dal Pd e dagli esponenti della sinistra si sgolano contro la nota Rai, ma c'è un evidente cortocircuito. Ghali e D'Amico hanno chiesto il "cessate il fuoco" e lo "stop al genocidio", accusando, anche se senza mai nominarlo, Israele. E questo è un fatto. Una nota di contraltare per le esternazioni era il minimo che la tv di Stato potesse fare per non avere uno sbilanciamento totale, in un conflitto che se da un lato vede l'Italia a fianco di Israele contro i terroristi di Hamas, dall'altra ci vede impegnati in un'operazione umanitaria che sta salvando centinaia di civili, tra cui i bambini che stiamo portando in Italia per offrire loro le migliori cure.

Pretendere che la Rai dia voce a una sola espressione in questo conflitto significa venir meno a tutti i principi di pluralità ma anche a quelli della democrazia. Certo, per una parte di Paese, quella che oggi si straccia le vesti per un comunicato, l'unica democrazia possibile è quella del penisero unico, allineato con il loro. Ecco il cortocircuito: la libertà di parola, per la sinistra (politica e civile) dev'essere solo sui temi da loro accettati. E in tutto questo c'è un commento, trovato sui social, che ha avuto migliaia di interazioni, che spiega benissimo il futuro che attende l'Italia se non si torna a insegnare i principi del dialogo democratico ai ragazzi: "Zia Mara si era conquistata in questi anni la simpatia del pubblico giovane ma dopo questa è cancellata". In queste parole emerge tutta l'incapacità della Generazione Z di sostenere un confronto, un dialogo, un contraddittorio. O con loro o contro di loro.

Che povero futuro attende l'Italia con una giovane generazione inquadrata in un simile schema antidemocratico.

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