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Giorgia Soleri, influencer e pure medico: così l'ex di Damiano dei Maneskin fa infuriare la categoria

Laurea in medicina? Carta straccia: basta Google. Il messaggio che passa dagli interventi social di Giorgia Soleri fa infuriare i medici del Ssn

Giorgia Soleri, influencer e pure medico: così l'ex di Damiano dei Maneskin fa infuriare la categoria
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Giorgia Soleri, d'ora in poi, può aggiungere la voce "medico" alla descrizione della sua biografia, che già la vede come "femminista guastafeste e proudcat mama". Per lei è già motivo di vanto aver detto la parola "vulva" in parlamento, come lascia intendere lei stessa ma da "medico" potrà certamente fare di più. L'influencer ed ex compagna di Damiano David, frontman dei Maneskin, da anni fa operazione di divulgazione in relazione ad alcune patologie tipicamente femminili di cui lei soffre. Per questa ragione, è convinta di saperne più dei medici ai quali si rivolge.

"Porti dati, testimonianze, articoli, studi, numeri, prove. Medic*: 'Mhhhh, secondo me è come dico io'", scrive Soleri su una sua foto in cui fa i "rolling eyes" a sottolineare la sua supposta superiorità alla categoria. L'influencer, quindi, fa passare il messaggio che 6 anni di studi di base più specializzazioni, tirocini, dottorati, master e corsi di aggiornamento vari sono inutili: basta Google. Buono a sapersi. La supponenza di volersi sostituire ai medici solo perché ci si è informati in merito a una patologia non è un messaggio che può passare con leggerezza e non dev'essere un messaggio che deve essere divulgato tramite i social.

La medicina, se Giorgia Soleri non se ne fosse accorta, è cosa seria. Lei può anche essersi informata in merito a quello che può essere il suo problema ma essere medico è un'altra cosa. E sì, lei può anche aver trovato dati, testimonianze e numeri ma nel momento in cui si rivolge a un medico questo si assume la responsabilità di curarla, il che vuol dire esplorare tutte le possibilità. Dietro quel "secondo me è come dico io" detto da un medico non c'è una sfera di cristallo consultata dal professionista ma una ragionata ipotesi figlia degli studi e degli approfondimenti.

Ed è anche fin troppo gentile un medico che dice "secondo me", perché un paziente ha certamente il diritto di essere curato nel migliore dei modi possibili ma ha anche il dovere di ascoltare quel che dice il professionista al quale si è risolto. Perché la fiducia è alla base di un rapporto che funziona, anche in questo caso. Ma no, lei non ci sta. Per fortuna la sua influenza è ridotta a una nicchia, quindi le possibilità che le sue parole possano arrecare un danno sono minime.

Ma leggere che "esiste un problema nell'attuale sistema medico (quindi non rare eccezioni ma normalità per tante, troppe persone", come ha scritto lei in riferimento al nostro SSN, è uno schiaffo in faccia alle migliaia di medici che pur di continuare a svolgere la professione in Italia rinunciano a compensi ben più alti offerti all'estero. E no, il vittimismo che Soleri ancora una volta tenta stavolta non attacca, perché nel momento in cui si cerca engagement con una provocazione di questo tenore, soprattutto quando si tratta di salute, si deve mettere in conto che si ottengano repliche arrabbiate.

Gli insulti non devono passare ma la rabbia di chi muove critiche è comprensibile. E tirare in mezzo la salute mentale, come ha fatto Soleri, è un tentativo forse ancora più disturbante di quanto scritto contro i medici.

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