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Lesbica? Orrore”. L’ipocrisia Lgbt: crocifiggono Arisa e innalzano Paola e Chiara

Star indiscusse del prossimo Gay Pride di Roma, le sorelle Iezzi fanno la morale ad Arisa per gli apprezzamenti a Giorgia Meloni ma dimenticano le uscite social di dieci anni fa

“Lesbica? Orrore”. L’ipocrisia Lgbt: crocifiggono Arisa e innalzano Paola e Chiara

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“Lesbica? Orrore”. L’ipocrisia Lgbt: crocifiggono Arisa e innalzano Paola e Chiara

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Il trionfo dell’ipocrisia, lo zenit dell’opportunismo. Dopo l’atteso ritorno al festival di Sanremo, Paola e Chiara si sono rimesse in gioco a tutto tondo. Dalle speranze del tormentone estivo all’appoggio incondizionato al mondo Lgbt, tanto da guidare il corteo del Gay Pride di Roma in programma sabato. “Furore” sarà l’inno della manifestazione, tutto secondo algoritmo. Paola Iezzi ha colto l’occasione per attaccare Arisa, già ostracizzata e minacciata dagli integralisti arcobaleno per aver espresso qualche apprezzamento nei confronti del premier Meloni. “Ha fatto un’uscita del cazzo”, il j’accuse. Arisa sa difendersi da sola e lo ha già fatto senza remore, ma c’è un altro aspetto da mettere in risalto: la clamorosa fiera dell’incoerenza che chiama in causa le Iezzi e il mondo Lgbt.

Le amnesie arcobaleno di Paola e Chiara

Sì, perché Paola e Chiara oggi si professano punti di riferimento dell’orgoglio gay, ma è sempre stato così? Spoiler: no. Se Arisa ha fatto un’uscita del piffero, chissà cosa penserà Paola Iezzi rileggendo cosa scriveva la sorella Chiara nel 2013. “Piccola precisazione. Stasera sarò ospite del Borgo di Milano con la mia socia e il nostro rapper (sexy!) della giunga e sicuramente ci divertiremo sul palco. ora il borgo è un club a orientamento gay ma open a tutti e anche se penso che l’orientamento sessuale non debba essere per forza un motivo di orgoglio o di identità (ma ognuno fa quel che vuole) dico una volta per tutte che io sono eterosessuale per evitare commenti fuori posto sulla mia persona (e che ho visto su fb e che mi hanno fatto incazzare) everybody is free to live life as they like but (please) non inventiamo cose a caso grazie mille a tutti peace&love c”, si legge in un post pubblicato su Facebook. Attenzione: il contenuto in questione è “stranamente" sparito, ma Biccy e diversi altri portali (a partire da Gay.it) sono riusciti a salvarlo in tempo.

E non è finita qui. Non contenta, Chiara Iezzi ha continuato a parlare con tono tutt’altro che inclusivo del mondo omosessuale anche nei commenti social:“guarda. in tutte le categorie di persone ci sono varietà di sfumature. nel mondo gay ci sono persone che amo altre sono checche isteriche e non si può fare di tutto un’erba un fascio. io sono etero e non mi va che mi venga detto leccapassera, mi infastidisce, ok? se a te non sta bene non so cosa farci. non faccio la mia fortuna su ste stronzate e ste bugie del cazzo. l’ambiguità non è cosa che mi appartiene. e qui sono libera di esprimere chi sono (e ci mancherebbe)”. Chiudiamo questa carrellata non esattamente arcobaleno con un altro commento: “Keep calm un cazzo. devo vedere la mia musica associata a termini come “leccapassera” o altro. io non lecco passere, chiaro? mi fa orrore solo il pensiero. e ora basta cazzo”.

Oggi Paola e Chiara sono un punto di riferimento della comunità Lgbt e hanno certamente sostenuto quel mondo in prima persona.

Ma perché una delle due sorelle fino a qualche anno fa sosteneva di provare “orrore” al “solo il pensiero di essere lesbica” (evitiamo di ripetere certi termini in tono spregiativo)? Gli organizzatori del Gay Pride forse hanno finto di non vedere certi “apprezzamenti”, probabilmente perché troppo impegnati a consigliare ad Arisa di non presentarsi. Ma parlare di ipocrisia è così lontano dalla realtà?

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