
Diciotto anni fa se ne andava Luciano Pavarotti, uno dei più grandi tenori di tutti i tempi, celebre non solo per le intense interpretazioni delle opere di Verdi, Puccini e Donizetti, ma anche per la sua capacità di portare la lirica a un pubblico più ampio grazie a progetti come I Tre Tenori - realizzato insieme a Plácido Domingo e José Carreras - e ai concerti di beneficenza Pavarotti & Friends. Con la sua voce calda e potente, capace di raggiungere note acute con straordinaria naturalezza, Pavarotti è diventato una leggenda della musica lirica e a quasi due decenni dalla sua scomparsa, rimane una figura simbolo della cultura musicale italiana nel mondo. Di lui Placido Domingo, amico e collega, disse all'indomani della morte: "Amavo il suo meraviglioso sense of humor e in diverse occasioni nei nostri concerti con Josè Carreras dimenticavamo che ci stavamo esibendo davanti a un pubblico pagante, perché ci divertivamo troppo tra di noi".
Nessun Dorma e i Mondiali del '90
Figlio di un fornaio e di un'operaia, Luciano Pavarotti seguì le orme del padre, corista dilettante. Studiò canto con Arrigo Pola e successivamente con Ettore Campogalliani e debuttò nel 1961 a Reggio Emilia nel ruolo di Rodolfo ne "La bohème" di Puccini. Tra gli anni '60 e '70 si impose sulla scena lirica internazionale con la sua voce potente, interpretando i grandi classici di maestri come Puccini, Verdi e Donizetti. Tra le sue interpretazioni più celebri c'è il "Nessun dorma" della Turandot, una delle arie più famose e di successo di tutti i tempi che il Maestro portò persino a Italia '90 la sera prima della finale dei Mondiali di calcio. Il 7 luglio 1990 alle terme di Caracalla Luciano Pavarotti, Placido Domingo e José Carreras si esibirono davanti a quasi un miliardo e mezzo di persone collegate in diretta da tutto il mondo, rendendo l'evento unico e irripetibile.
La scoperta della malattia e la morte
Nel 2003 Luciano Pavarotti annunciò il suo ritiro sulle pagine di Chi. Big Luciano, così era soprannominato dai suoi estimatori, rivelò che con il tour del 2005 avrebbe concluso la sua carriera dal vivo, ma la scoperta della malattia - un tumore maligno al pancreas - anticipò il suo ritiro dalla scena pubblica. Il tenore scoprì di avere il cancro durante il suo tour di addio e nel luglio del 2006 venne operato a New York, ma l'intervento non fermò la corsa della malattia. Ritiratosi nella sua casa di Modena il 16 gennaio 2007 Pavarotti apparve per l'ultima volta in tv, in collegamento con "Porta a Porta" per la puntata omaggio ad Arturo Toscanini. In quell'occasione il tenore apparve visibilmente provato e notevolmente dimagrito. Prima di morire, sulle pagine del Corriere, confessò: "Sono stato un uomo fortunato e felice fino a 65 anni. Dopo è arrivata questa batosta. E adesso sto pagando quella fortuna e felicità. Ma trovo alimento nella mia infanzia, che è stata povera e felice, e vedo le cose con serenità. Sono e sarò ottimista fino alla morte.
L'ho imparato dai miei, dal papà e dalla mamma che se ne sono andati quattro anni fa, a quattro mesi l'uno dall'altra". Poche settimane dopo le sue condizioni si aggravarono fino alla morte, sopraggiunta il 6 settembre 2007.