Le maldicenze, la malinconia, Ivano Fossati. Quando la voce di Mia Martini cambiò per sempre

Il 12 maggio 1995 moriva Mia Martini straordinaria interprete dalla musica leggera italiana. Tre momenti che hanno segnato la sua vita di donna e artista

Mia Martini a Milano nel 1994
Mia Martini a Milano nel 1994

Ventinove anni senza Mia Martini. Il 12 maggio 1995 Mimì fu trovata senza vita nel suo appartamento di Cardano al Campo, in provincia di Varese. La causa della morte fu un arresto cardiocircolatorio, ma le circostanze che hanno portato alla tragica scomparsa della cantante non sono mai state chiarite e negli anni più ipotesi si sono rincorse a partire da quella del suicido. Ciò che è certo è che Domenica Rita Adriana Bertè, in arte Mia Martini, è stata senza ombra di dubbio una delle migliori interpreti della musica italiana con la sua anima sensibile e la voce straordinaria. "Basta sentirla per imparare sempre qualcosa. La precisione, la purezza, l'uso della voce. La passione no, quella ce l’hai o non ce l'hai. Quella non si impara. Lei ne aveva da vendere", disse di lei Mina.

Brani come "Piccolo uomo", "Minuetto", "Donna con te", "Libera", "E non finisce mica il cielo" e "Almeno tu nell'universo" hanno fatto la storia della musica leggera del nostro Paese, lasciando un segno indelebile della bravura di Mimì. Sono tanti i riconoscimenti che Mia Martini ha ricevuto nel corso della sua carriera, durata ventiquattro anni e stroncata prematuramente da una morte che non è mai stata superata dalla famiglia e da chi le voleva bene. Dalle collaborazioni di prestigio - prime tra tutti quelle con Charles Aznavour, Ivano Fossati e Pino Daniele - alle canzoni tradotte in inglese, francese e spagnolo - che ne attestarono il successo internazionale - fino ai tanti riconoscimenti ottenuti (i numerosi premi della critica al festival di Sanremo, i Telegatto nel 1975 e 1989, la Targa Tenco nel '89, i due Festivalbar consecutivi e Maschera d'argento nel '73, solo per citarne alcuni).

L'amore con Ivano Fossati

È l'incontro con Ivano Fossati a segnare la carriera di Mia Martini. Pur essendo un cantautore affermato, Fossati rimase stregato dalla voce di Mimì e per lei scrisse "Sentimento" e "Se finisse qui", brani contenuti nell'album "Per Amarti", uscito nel 1977, e molti altri testi negli anni. Ivano diventò, infatti, uno degli autori principali di Mia Martini e i due vissero una tormentata storia d'amore, che durò circa dieci anni. Una relazione fatta di amore, odio e gelosia, come raccontò nel 1990 lei stessa: "Tutto era iniziato, su basi sanguinolente e catastrofiche il rapporto con Ivano Fossati. E avevo il mio bel da fare con questo campo minato. Avevo un contratto con un'altra casa discografica e ho dovuto romperlo a causa sua. Perché era geloso, dei dirigenti, dei musicisti, di tutti. Ma soprattutto era geloso di me come cantante. Diceva che mi voleva come donna, ma non era vero perché infatti non ha voluto nemmeno un figlio da me, e la prova d'amore era abbandonare del tutto anche la sola idea di cantare e distruggere completamente Mia Martini". Ma questa fu stata solo una parte della sua tormentata vita.

Mimì, quando la sua voce cambiò

C'è un prima e un dopo nella vita di Mia Martini, una svolta che non ha cambiato il corso della sua carriera ma ha comunque toccato profondamente l'artista. Alla fine del 1978, quando Mimì avrebbe dovuto incidere un disco con Pino Daniele (in realtà, mai realizzato), la cantante fu costretta a fermarsi a causa di un problema di salute. "Mi sono ritrovata con le corde vocali imprigionate in una spessa membrana formata da noduli. Pare che sia una cosa rarissima", raccontò lei nel 1990 in un'intervista pubblicata su Noi Donne. Mia Martini si sottopose a due interventi chirurgici per risolvere il problema e rimase ferma due anni prima di tornare sulla scena. "Sono stata muta un anno. E non si sapeva se sarei potuta tornare a cantare. Ho ricominciato, con fatica", ammise ancora nel '90.

Quelle operazioni modificarono la sua timbrica - diventata più profonda e drammatica - e l'estensione vocale senza che la sua carriera ne risentisse, ma Mimì rimase profondamente toccata da quanto vissuto. "Fu un momento drammatico. Lo sarebbe stato per una persona qualsiasi, figurarsi per una che nella voce aveva il suo strumento di lavoro. Per otto mesi, credo i più lunghi della mia vita, non ho neppure potuto parlare, comunicavo solo a gesti", rivelò anni dopo. Il suo ritorno in musica avvenne nel 1981 con "E non finisce mica il cielo", brano che la riportò subito ai vertici delle classifiche e nel cuore del pubblico.

Le maldicenze e il ritiro

La vita di Mia Martini è stata segnata da numerosi accadimenti. Tra questi c'è senza dubbio l'addio alla scena pubblica avvenuto nel 1983, quando Mimì - stanca delle maldicenze sul suo conto - si ritirò nella sua casa in Umbria e smise di fare musica. Nell'ambiente musicale si diceva che portasse sfortuna e artisti e organizzatori di eventi evitassero di collaborare con lei. Dicerie che Mia Martini si portava dietro sin dagli esordi della sua carriera, negli anni '70, a causa del pettegolezzo messo in giro da un talent scout per il quale lei rifiutò di lavorare. "Cominciavo ad avere i miei primi successi. Fausto Paddeu, un impresario soprannominato Ciccio Piper, perché frequentava il famoso locale romano, mi propose una esclusiva a vita. Era un tipo assolutamente inaffidabile e rifiutai. Dopo qualche giorno, di ritorno da un concerto in Sicilia, il pulmino su cui viaggiavo con il mio gruppo fu coinvolto in un incidente. Due ragazzi persero la vita. Ciccio Piper ne approfittò subito per appiccicarmi l’etichetta di porta jella", raccontò la cantante, spiegando il perché del suo addio alla scena pubblica durato sei lunghi anni.

Fu Gianni Sanjust, nel 1989, a rilanciarla nel mondo della musica italiana, facendole firmare un contratto con la Fonit Cetra e producendo "Almeno tu nell'universo", brano con il quale tornò al Festival di Sanremo, vincendo il premio della critica e conquistando il pubblico. "Erano sette anni che non potevo più fare il mio lavoro, per cui ho avuto dei momenti di grande depressione.

E in quel momento ho sentito "fisicamente" questo abbraccio totale di tutto il pubblico, l'ho sentito proprio sulla pelle. Ed è stato un attimo indimenticabile", raccontò Mimì subito dopo l'esibizione al teatro Ariston, ritornando lì dove si meritava di stare, tra i grandi della musica.

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