Ora Musk vuole rifondare la Wikipedia mondiale

Il miliardario sfida il monopolio di Wikipedia e crea una "sua" enciclopedia on line: Grokipedia

Ora Musk vuole rifondare la Wikipedia mondiale

La realtà è un punto di vista, solo che gli umani questa idea troppo relativa faticano ad accettarla e chiedono certezze. I più fragili pretendono una verità semplice, altri si rassicurano nella lotta e nel confronto dialettico tra l'uno e lo zero, pochi accettano la dolcezza del naufragare e la libertà dell'infinito. Gli intellettuali, sopratutto quelli di professione, si affannano a mettere ordine nel mondo, inseguendo l'architettura babelica del sapere universale. Quando Diderot e D'Alambert in quel giorno del 1751 svelano il loro progetto non pensano semplicemente a un dizionario gigantesco. L'impresa è molto più ambiziosa. È definire i confini del sapere che riscatti l'uomo dall'ignoranza, dalla superstizione e dal dominio dell'autorità. È la rivolta dei lumi contro chi in nome di Dio si proclama misura di tutte le cose. È contro il potere assoluto. Tutto molto bello, ma quell'idea ha dovuto fare i conti con la realtà. Non solo la luce a un certo punto si è persa nel terrore e le parole sono diventate ghigliottine, ma c'era una falla nel punto di partenza. Chi decide i confini del sapere? Chi scrive le voci dell'Encyclopédie? Il problema è antico e non è mai stato risolto. Ogni epoca ha avuto la sua enciclopedia assoluta. I Greci avevano il logos, la Chiesa il dogma, l'Illuminismo la ragione, il Novecento la scienza.

Il sapere non è mai neutro. Il guaio è che chi lo disegna lo vende come unica verità. Ogni volta sono gli scriba, i sacerdoti, gli aruspici, i dotti, i sapienti e poi i filosofi, i funzionari di Stato, i teologi, gli scienziati. L'ultima risposta enciclopedica, come si sa, è il sapere condiviso da tutti. Non è il sapere perfetto, ma un sapere in cammino. Un'enciclopedia in cui chiunque può correggere chiunque, dove la verità è il frutto di un compromesso tra versioni, tesi, note, fonti. È una macchina di conflitti che funziona proprio perché non è infallibile. Non esisterebbe una «verità di Wikipedia», ma una verità che si riscrive ogni giorno.

È la democrazia di Wikipedia, peccato che nasconda lo stesso inganno della democrazia diretta di Rousseau, perché quella che conta è la volontà generale, un principio metafisico molto vago che incarna la volontà demiurgica del Legislatore, ossia l'uno al di sopra del bene e del male. Wikipedia nasconde lo stesso trucco. Democrazia di tutti e potere di pochi. Se il signor nessuno prova a scrivere o a modificare una voce subito interviene uno della casta degli amministratori a limare, cancellare, ripristinare. Lo fa chiaramente nel nome della verità. Come si fa a dargli torto? Il problema è se gli amministratori pensano come un «partito», una «scuola», una «ideologia», una «visione del mondo». Tutto ciò che sta fuori da quell'ordine diventa peggio di un'eresia. È qualcosa di indegno, con una scala che va dalla bestemmia al buon senso. È la verità dei chierici. È la scienza santificata dove non ci sono più teorie in competizione tra loro, dove non c'è possibilità di critica, arrivando perfino a rinnegare il principio di falsificabilità. Il sogno di Wikipedia si è avariato quando ha cominciato a cercare una realtà morale. È lì che l'essere è trasmigrato nel dover essere, come se fosse l'anima tanto cara a Platone.

Se si vuole capire il progetto Grokipedia di Elon Musk bisogna partire da qui. C'è sempre qualcuno che vuole riscrivere il mondo, o almeno catalogarlo. Il signor Tesla alla fine ha scelto di non fare più semplicemente l'avventuriero, il filosofo libero, l'anarcocapitalista, la pecora nera o il cane sciolto. Non è più uno jedi di Guerre Stellari e si è lasciato avvelenare dalla rabbia e dal rancore. Così per sfidare il potere culturale della cittadella, che è potere sull'indicibile, marchia, ti fa dalit, intoccabile, fuori casta, scrive la sua enciclopedia. È solo l'inizio ma contiene già 885mila definizioni. Come pensa Musk di risolvere la questione dei chierici, i padroni del pensiero? Strappando il potere agli umani. L'idea è che un'intelligenza artificiale possa selezionare, filtrare, scegliere le fonti e restituire una sintesi limpida, oggettiva. Un'enciclopedia che non litiga, non discute, non suda. Il rischio, però, è quello di costruire una macchina che scambia la coerenza con la verità. Popper ci aveva messo in guardia: la verità non è mai un punto d'arrivo, ma un orizzonte mobile. È un'ipotesi provvisoria, pronta a cadere non appena arriva una prova contraria. È fragile, perché vive del dubbio. È rischiosa, perché non può essere decisa per decreto, né umano né digitale. Il dilemma della non neutralità del sapere resta lì, sul tavolo delle buone intenzioni umane o troppo umane. L'intelligenza della macchina è neutra? Il suo pensiero, e la sua morale, dipendono da chi scrive l'algoritmo e dai limiti sul «pensare male» e questa è già una sfumatura di oggettività. Poi la macchina viene addestrata, come si fa con i bambini o con i cani, con i rinforzi positivi alle sue azioni e convinzioni. Poi in questa storia di padri onnipotenti e figli in bilico tra caso e necessità c'è la questione del libero arbitrio: l'intelligenza artificiale generativa, con la sua voglia di imparare dal dialogo con gli umani e dagli errori, potrà avere opinioni personali? Per fortuna non sarà la macchina a darci la verità.

Diderot e D'Alambert con il passare degli anni furono alla fine un po' delusi dal progetto meraviglioso della loro enciclopedia. Non c'è dubbio che lasciarono un segno così profondo nella cultura occidentale da arrivare, senza volerlo, a segnare la strada per la morte metaforica di Dio. Solo che la ragione assoluta per fortuna non ne ha ancora preso il posto. Jimmy Wales e Larry Sanger stanno seguendo destini diversi. Jimmy sogna ancora un sapere libero, ma cerca di difendere tutti i giorni Wikipedia dai predatori. Il più filosofico Sanger si è allontanato dalla sua creatura, che non ha più nulla della neutralità iniziale, e in cerca di una visione spirituale della vita si è convertito al Cristianesimo. E si interroga su cose senza risposta: «Com'è possibile che l'universo sia così ben organizzato?».

A Elon Musk non resta che ricordare un romanzo che sicuramente ha letto. È Guida galattica per gli autostoppisti di Douglas Adams. La risposta alla «domanda fondamentale sulla vita, l'universo e tutto quanto» è 42. Ci vorranno però 7,5 milioni di anni per averla.

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