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"Basterebbero poche risposte...". La lettera di una follower a Julia Elle

Le ultime accuse mosse da Paolo Paone nei confronti di Julia Elle hanno convinto la blogger a fare intervenire il suo avvocato per smentire i fatti avvenuti alla scuola della figlia

"Basterebbero poche risposte...". La lettera di una follower a Julia Elle

A un mese esatto dallo scoppio del caso Disperatamente mamma, l'avvocato della blogger entra nel merito della vicenda smentendo alcune accuse che l'ex compagno Paolo Paone le ha mosso nelle scorse ore. L'ultimo articolo pubblicato sul Domani da Selvaggia Lucarelli, che raccontava di alcuni episodi legati alla scuola frequentata da Chloe (la figlia di Paolo e Julia) e al presunto incontro del produttore con la piccola proprio nel plesso scolastico, ha scatenato la reazione della blogger, che fino a oggi si era trincerata dietro a una concisa nota girata alla nostra redazione: "Non voglio coltivare processi mediatici. Sarà il tribunale di Como a rispondere a tutte le cattiverie che Paone e i suoi amici stanno inventando contro di me".

La risposta dell'avvocato di Julia Elle

Disperatamente mamma ha scelto di fare parlare il suo avvocato, il quale ha inviato una nota di chiarimenti al Domani chiedendone la pubblicazione. "Niente è vero", spiega il legale della blogger torinese, Annamaria Bernardini de Pace, controbattendo a ogni accusa mossa da Paone: "Solo il 16 novembre ha chiesto alle maestre via mail di ricevere le comunicazioni riguardanti la bambina. Prima di allora il totale disinteresse paterno. Ed è dimostrabile che il padre - solo nel novembre 2022 - abbia "eseguito verifiche" scoprendo quale scuola frequenta la figlia. Almeno questo è quanto scritto il 28 novembre dall'avvocato di Paone, che si è disinteressato sempre alla quotidianità e alla crescita di Chloe, altrimenti, avrebbe saputo quale fosse la scuola".

L'avvocato ha poi precisato che quanto scritto in più dalla Lucarelli sono "fantasie imbarazzanti della giornalista". La nota legale si sofferma poi su un tema caldo dello scontro tra i due ex, il consenso alla pubblicazione sui social di foto e video della bambina. "Il padre fino al 19 novembre 2021 è sempre stato d'accordo alla pubblicazione di foto e video di Chloe sui social e lui stesso è stato o fotografo o videomaker. Dopodiché non ha mai revocato il consenso fino all'ottobre 2022", si legge nella smentita, che porta la firma della Bernardini de Pace ma anche di Giulia.

A stretto giro sono arrivati i chiarimenti anche della Lucarelli, che ha fatto sapere di avere prove video e foto delle accuse mosse da Paone sulla scuola e ha puntato l'attenzione sull'armonia familiare narrata sui social dalla blogger e successivamente smentita: "L'immagine di Paolo come padre in buona armonia con il nuovo nucleo familiare della sua assistita è sempre stato raccontato sui social e nei libri proprio dalla sua assistita. La quale, anzi, doveva necessariamente stimarlo molto visto che gli ha addirittura attribuito una paternità non sua".

L'opinione da follower

Tutta questa vicenda non può che spingere a una riflessione più approfondita. Come follower di Julia Elle da diversi anni ho apprezzato la sua ironica visione della maternità, il suo modo di raccontare la genitorialità con toni divertenti ma pur sempre riflessivi e ho apprezzato la sua scelta di dare una visione sempre propositiva dei problemi dei figli e di non mostrarli nei momenti peggiori della loro quotidianità (il pianto, il dolore, la bizza, la rabbia etc.). Julia ha scelto sin dall'inizio di mostrare una sola faccia della sua famiglia quella più positiva, propositiva e risolutiva. E anche quando ha parlato dei problemi, delle bizze o delle malattie dei bambini lo ha fatto in chiave costruttiva. Il brutto e il trash li ha sempre lasciati fuori dall'obiettivo.

Quando è scoppiato il caso e Paolo Paone ha rivelato che Chris non è suo figlio e Julia ha ammesso di avere mentito su questa parte della sua vita, ammetto di essermi sentita un po' tradita. Ho atteso che Julia desse la sua versione dei fatti e rispondesse a quelle poche domande, che la maggior parte dei suoi follower si ponevano. Perché ha mentito? Perché ha raccontato una versione diversa della sua vita? Perché ci ha sempre mostrato che Paolo era in armonia con la famiglia, quando dietro c'era una storia di violenza? Io stessa le ho chiesto un'intervista.

Se Julia avesse risposto a queste poche e semplici domande subito, forse non avrebbe perso tanti follower, non avrebbe ricevuto critiche e minacce e non si sarebbe arrivati a lavare i panni sporchi sui social. Julia invece ha risposto ai quesiti con poche parole buttate là in due storie mai salvate e in una diretta (non salvata neppure quella), dove non ha dato la possibilità a nessuno di farle domande. Ha scelto di dire no al contraddittorio, alimentando i dubbi sulla verità della sua storia. A me, e a centinaia di altre follower, sarebbero bastate quelle poche risposte. Quando ho scelto di seguirla ho scelto di vedere ciò che lei mi faceva vedere: il bello, il positivo. Non il brutto, il trash. Scelta che mi trova ancora dalla sua parte. Rimango delusa dalla mancanza di risposte, ma da follower non sono interessata a sapere di ripicche, accuse, visite mancate, consensi negati e quant'altro.

Perché certe cose andrebbero tenute fuori dai social ed è giusto, se ci sono delle mancanze, che la cosa venga affrontata in tribunale.

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