"È la scelta...". Ecco perché Ferragni è azionista di maggioranza: c'entrano 6milioni di euro

L'imprenditrice ha messo in piedi uno storytelling dal quale traspare la scelta volontaria di acquisire tutte le quote della sua società ma la realtà è un po' diversa

"È la scelta...". Ecco perché Ferragni è azionista di maggioranza: c'entrano 6milioni di euro
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Chiara Ferragni è diventata socia di maggioranza della sua società Fenice. L'ha comunicato lei stessa con una nota dal sapore quasi trionfalistico sui social: "Congratulazioni Chiara! Ti comunico che da questo momento hai il 99% della società che ha il tuo brand". Questo è un messaggio che le ha inviato qualcuno che, probabilmente, gestisce le sue risorse e la accompagna nella gestione. Lei, dal canto, suo, invece spiega: "Sono per la prima volta diventata azionista di maggioranza di Chiara Ferragni Brand. Non è solo una questione di quote o di percentuali: è un inizio. Questa decisione è un passo concreto. È la scelta di rimettere le mani sulla mia storia, senza delegare, senza più far finta che vada tutto bene quando non va".

Ferragni parla di "scelta" ma, probabilmente, non aveva molte possibilità per salvare la sua società dal tracollo se non quella di mettere mano al portafoglio. Per capire cosa sia accaduto nei giorni scorsi bisogna fare un passo indietro al 10 marzo, quando l'assemblea dei soci ha approvato un aumento di capitale da 6,4 milioni. Un impegno notevole che si è reso necessario per le perdite subite nei primi 11 mesi del 2024, pari a oltre 10milioni di euro. Sono le ripercussioni del "Pandorogate", scoppiato a dicembre 2023 che si è riversato interamente sul 2024. Fino a marzo, Ferragni era socia al 32,5% di Fenice tramite Sisterhood mentre il socio di maggioranza era Paolo Barletta con il 40% mediante Alchimia. L'altro socio di minoranza con le quote restanti, pari al 27,5% era Pasquale Morgese. A marzo, sia Ferragni che Barletta hanno votato per l'aumento di maggioranza, mentre Morgese ha votato contro.

Per ripianare il debito, spiega Repubblica, "Ferragni si era detta disponibile a coprire l’intera operazione di tasca propria" e così ha fatto, versando 6,39milioni sul capitale e diventando di fatto socia di maggioranza con il 99,8% delle quote. Lo 0,2 residuo è rimasto a Morgese perché, secondo Repubblica, "si dice perché in questo modo potrà valutare un’eventuale azione di responsabilità". Ora Ferragni si trova da sola al comando di una nave che non sta attraversando acque tranquille. I ricavi sono passati da 14,3 milioni nel 2022 a meno di 2 milioni nel 2024 e dovrà tentare una risalita titanica se vuole mantenere in piedi l'attività.

Sotto l'amministrazione di Claudio Calabi sono stati ridotti costi e personale ma l'impresa di Ferragni si basa interamente sulla sua reputazione, che ha subito un contraccolpo enorme dopo il "Pandorogate". Gli sponsor latitano, come si evince anche dal suo profilo, le vendite languono e Ferragni si è ritrovata sola. Solo il tempo dirà se riuscirà nell'impresa di rinascere.

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