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"Solidarietà a chi era in piazza". Anche Marracash si schiera con Askatasuna

Il "King del rap" italiano, dal palco del suo concerto di Torino, ha espresso vicinanza a quanti hanno manifestato contro la chiusura del centro sociale

"Solidarietà a chi era in piazza". Anche Marracash si schiera con Askatasuna
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Askatasuna è il nuovo argomento di tendenza per i vip di sinistra, un po' come è stata la Flotilla qualche mese fa. Salire sul palco ed esprimere solidarietà non costa nulla, prende poco tempo ma fa presa su una certa parte di pubblico e quindi torna utile per mantenere le vendite dei biglietti e gli stream delle canzoni. In estrema sintesi è la massima resa con la minima spesa. E va benissimo così, perché l'Italia è un Paese libero in cui, nonostante qualche politicamente corretto vorrebbe limitarla mettendo a tacere chi la pensa diversamente, vige ancora la democrazia. Marracash è solo l'ultimo della lista degli artisti che ha deciso di schierarsi e l'ha fatto mettendosi al fianco, metaforicamente si intende, di chi ha manifestato sabato a Torino. Il video ha fatto rapidamente il giro della rete antagonista.

E l'ha fatto proprio da Torino, il che lascia aperto anche al dubbio che, dato che per la legge dei grandi numeri era probabile che qualcuno che era in piazza poi è arrivato al palazzetto, abbia voluto usare una tecnica furba. E va bene comunque. Certo, poi bisogna però sottolineare che in conseguenza di quella manifestazione ci sono stati 11 feriti tra le forze dell'ordine, negozi costretti a chiudere per evitare di essere loro stessi vittime della violenza antagonista e una città paralizzata. "Voglio esprimere solidarietà a quelli che sono andati a manifestare oggi", ha detto il rapper dal palco di Torino tra le urla di alcuni dei presenti. "È importante far sentire il nostro potere alla gente di potere", ha aggiunto il rapper.

Quella di Marracash è una posizione che comunque non sorprende, perché il rapper ha sempre mostrato vicinanza ai movimenti civili dell'antagonismo, criticando quella sinistra che definisce "radical chic" che a suo dire sarebbe troppo distante dai "problemi reali" della strada. Una critica comune a quella che oggi muove spesso anche i movimenti antagonisti delle piazze. Certo, poi c'è l'altra parte che è rappresentata dallo Stato, quindi dagli uomini in divisa che si trovano a fronteggiare la violenza di quelle piazze.

"La chiusura del centro sociale è un atto dovuto, ma resta una domanda: senza l'assalto a La Stampa, quanti altri poliziotti avrebbero dovuto finire in ospedale prima di intervenire? Askatasuna agisce così da decenni: questo non è attivismo, è violenza, ed era noto a tutti", è il commento del segretario generale provinciale di Torino del sindacato di polizia Siulp di Torino, Eugenio Bravo.

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