Pertini, la Regione compra la casa sbagliata

Paola Setti

da Genova

L’indirizzo era giusto, almeno quello. Ma vacci a capire qualcosa nella storia della casa di Sandro Pertini, un grosso casolare a Stella San Giovanni, in quel di Savona, suddiviso in tre alloggi. Lui, Claudio Burlando il presidente della Regione Liguria, non ci ha capito granché, appunto. E infatti ha comprato l’appartamento sbagliato, perché l’altro, quello in cui davvero è nato e cresciuto l’unico ligure presidente della Repubblica, non è in vendita e gode di ottima salute.
Adesso che da tre mesi i giornali si affannano a scrivere di Claudio Burlando il salvatore delle radici italiane, i pronipoti di Pertini, Dario e Davide Tonna, si son stufati di leggere e hanno deciso di scrivere: «Nostro zio in quell’alloggio non ha mai vissuto. La nostra famiglia lo cedette nel 1895, lui nacque nel 1896».
Primo paradosso: per ristabilire la verità sul prozio partigiano si son dovuti rivolgere ad An, a quel Gianni Plinio che subito avanzò dubbi sulla spesa pazza della Regione, 250mila euro fra acquisto e ristrutturazione stanziati proprio nel momento in cui la Regione varava una stangata fiscale che lévati. Secondo paradosso: per mesi quotidiani, settimanali e mensili hanno accusato l’universo mondo da Carlo Azeglio Ciampi in giù di non volersi occupare dell’eredità di Pertini e incensato Burlando come il solo ad aver evitato lo scempio di un patrimonio tanto importante. In principio fu il Venerdì di Repubblica, che il 21 ottobre scorso pubblicò un articolo dal titolo «Casa di Pertini in vendita, lo Stato non ha soldi». Dario e Davide Tonna scrissero al direttore che no, c’è un errore, la vendita in questione riguarda un alloggio che appartiene ad altri dal lontano 1800.
Inutile. È il 20 dicembre quando le agenzie battono il grande annuncio di Burlando: «La casa sarà patrimonio della Regione, assegnata al Comune di Stella e gestita dall’associazione Amici di Pertini, che la destinerà ad archivio storico dedicato alla vita del presidente e la aprirà alle visite del pubblico». Visite in una casa in cui Pertini non entrò mai, ma vabbè. Ormai è fatta. Il 22 esce Vanity Fair: «L’ultimo pezzo del casale in cui nacque Sandro Pertini sarà salvato dal governatore della Liguria». Ecco, se non ci avesse pensato lui. Di più: «Rischiava di finire ai privati come tutto il resto della ex proprietà della mamma di Pertini, Maria Muzio».
Davvero un peccato che fosse tutto un falso. Dario Tonna si sente ferito negli affetti e chiede rispetto: «La gente ci chiede se è vero che vendiamo e come è possibile, capisce? Invece la casa natale di nostro zio ci sta molto a cuore, è un luogo di affetti e di ricordi, ed è con grande impegno che cerchiamo di preservarla». In tempi remotissimi la famiglia Pertini possedeva l’intero edificio, vero. Ma nel corso dell’Ottocento è stato frazionato in tre alloggi, due dei quali sono stati ceduti. Quello che adesso comprerà la Regione fu ceduto nel 1895 a una signora francese, che poi lo diede alla famiglia Freccero, che ora lo ha messo in vendita. Pertini nacque invece nella porzione che restò alla famiglia. «Sarebbe bastato che Burlando ci contattasse, la smentita che inviammo al Venerdì la inoltrammo anche a lui. Ma non lo ha mai fatto.

Questa abitazione apparteneva a nostra nonna Marion, madre di nostro padre Alberto e sorella di Sandro e noi, insieme all’altra figlia di Marion, Alda, la ricevemmo in eredità alla sua morte. Non abbiamo mai pensato di venderla». Parsimonioso com’era, chissà che ne direbbe Pertini.

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