Perugia - Sei ore di interrogatorio. Per ribadire di essere innocente. Amanda Knox, che ha sostenuto le domande del gip Giuliano Mignini nel carcere di Capanne, ha continuato a sostenere l'ultima versione sulla notte del delitto di Meredith Kercher. "Siamo molto sereni - hanno detto i legali all’uscita dal carcere (preceduti dagli inquirenti) - e attendiamo ora l’esito dell’attività investigativa". Nulla è stato precisato dagli avvocati, Carlo Dalla Vedova e Luciano Ghirga. Amanda ha anche pianto davanti al pm nel corso del lungo interrogatorio. La giovane ha infatti risposto alle domande del magistrato per l’intera mattinata. Poi però è improvvisamente scoppiata in lacrime e il confronto è stato interrotto per diversi minuti. Alla ripresa, la Knox non avrebbe più voluto rispondere alle domande degli inquirenti. Nel corso dell’interrogatorio ha comunque confermato che la notte tra il primo e il 2 novembre scorso, quando Meredith Kercher veniva uccisa, lei era a casa del fidanzato Raffaele Sollecito.
Momenti difficili In particolare la studentessa americana sarebbe crollata quando gli è stato chiesto perché avesse chiamato in causa Patrick Lumumba Diya: prima ha iniziato a titubare su come rispondere e poi è scoppiata in lacrime. "Lo stesso identico atteggiamento tenuto in questura quando è stata fermata" sottolinea chi era presente all’interrogatorio. A quel punto c’è stata una sospensione per permettere ad Amanda di riprendersi, ma quando il pubblico ministero ha tentato di tornare alle domande, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Nel corso dell’interrogatorio, però, la studentessa di Seattle ha avuto anche altri momenti di difficoltà. Ad esempio - sempre secondo quanto si è potuto apprendere - quando le sono stati contestati alcuni particolari relativi alla morte di Meredith, alla posizione del corpo e alla stanza del delitto, di cui lei avrebbe fatto cenno in questura lo scorso 2 novembre (quattro giorni prima del fermo) parlando con alcune amiche di Mez. Particolari che non avrebbe potuto conoscere se non perché era presente in via della Pergola la notte del 1 novembre.
Innocenza Prima di crollare, Amanda aveva ribadito al pm la versione fornita ai giudici del tribunale del riesame. "Quella sera - ha raccontato - sono stata a casa di Raffaele. Abbiamo visto il film - ha aggiunto - poi abbiamo mangiato e fatto l’amore". Anche in questa fase dell’interrogatorio però, l’americana sarebbe caduta diverse volte in contraddizione, anche in considerazione di quanto raccontato dal suo fidanzato Raffaele Sollecito. Quest’ultimo infatti ha sempre sostenuto di aver passato la serata al computer, ma di questo Amanda non ha mai fatto cenno nelle quasi sei ore davanti al magistrato.
Al pm la Knox ha anche detto di esser sicura che Meredith non era mai andata a casa di Raffaele - e però non ha saputo spiegare perché sul coltello trovato in casa del barese c’è il dna della studentessa inglese - e di aver conosciuto Rudy Hermann Guede proprio al pub "Le Chic", quello di Lumumba.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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