Perugia - Dall’estetista o a fare la spesa, ma anche a casa dei genitori, invece di essere sul posto di lavoro come attestato dai tabulati elettronici. Un assenteismo definito «ripetuto» e «abitudinario» dai carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro e della stazione di Perugia, che al termine di sei mesi d’indagine hanno notificato questa mattina sei ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari ad altrettanti dipendenti della Provincia di Perugia.
Il provvedimento cautelare è stato richiesto dal sostituto procuratore Giuseppe Petrazzini e disposto dal gip Claudia Matteini per il reato di truffa aggravata e continuata. Gli indagati, di cui sono state fornite le iniziali, sono quattro donne: M.J. di 45 anni, P.L. di 54, C.M. di 51, B.C. di 42 e due uomini: M.E. di 54 anni e V.F. di 50. Sono tutti dislocati nella sede di via Palermo, a Perugia, e hanno incarichi che vanno dal portiere al quadro direttivo.
Le indagini hanno preso spunto dall’arresto, nel maggio dello scorso anno, da parte della polizia provinciale di un’impiegata 44enne scoperta mentre andava in piscina durante l’orario di lavoro. Nell’ordinanza il gip fa esplicito riferimento a quell’episodio come aggravante per il successivo comportamento degli arrestati di oggi, evidentemente non spaventati da eventuali controlli.
I carabinieri, insospettiti dai loro movimenti, hanno iniziato un’attività di pedinamento e rilevazione degli spostamenti anche grazie ad apparati gps, fino a scoprire un modus operandi ben collaudato. In pratica, i dipendenti registravano l’ingresso al lavoro tramite il badge personale per poi assentarsi e recarsi presso bar e locali di gioco della zona oppure a fare la spesa in un supermercato vicino, o a casa propria o dai genitori. Ma c’era anche un’impiegata che in una settimana è andata 4 volte dall’estetista, sempre mentre risultava fosse al lavoro. Una delle dipendenti è stata sorpresa dai militari in un simulato controllo casuale di viabilità mentre guidava pur avendo la patente sospesa per essere stata fermata in stato di ebbrezza. La donna ha detto di aver dimenticato a casa il documento fornendo le generalità della sorella. Per lei è scattata quindi anche la denuncia per false generalità.
Le assenze accertate, da quanto riportato dagli inquirenti, andavano dal quarto d’ora fino alle 6 ore e sono tutte puntualmente riscontrate avvalendosi di foto e filmati. In alcuni casi è stato accertato che il sistema di rilevamento degli orari di lavoro era stato attivato da colleghi compiacenti su cui sono in corso accertamenti per verificare ulteriori responsabilità, anche se al momento non risultano altri indagati oltre agli arrestati.
La Provincia di Perugia "è la parte lesa" nell’indagine. Lo ha sostenuto il presidente, Marco Vinicio Guasticchi secondo il quale quanto accaduto conferma e rafforza la volontà di essere attenti ed intransigenti verso i comportamenti lesivi della pubblica amministrazione.
Per Guasticchi la fiducia nelle forze dell’ordine è completa così come è totale la disponibilità a collaborare a qualsiasi iniziativa di monitoraggio delle presenze. "Attenderemo - ha detto il presidente della Provincia - l’esito delle indagini e delle controdeduzioni per discernere i casi occasionali da quelli consolidati, ma non faremo sconti a nessuno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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