Perugia, Guede: Raffaele e Amanda erano in casa

Il giovane sospettato per l’omicidio di Meredith Kercher interrogato in carcere dal pm Mignini accusa gli altri due arrestati: "La Knox era lì e Sollecito aveva un coltello"

Perugia, Guede: Raffaele 
e Amanda erano in casa

Roma - «La ragazza americana era sulla porta di casa, ho sentito la sua voce. E ho visto Sollecito con una cuffia da piscina in testa e un coltello in mano». A quasi cinque mesi dal delitto arriva una svolta nell’inchiesta sulla morte di Meredith Kercher, la studentessa inglese 21enne uccisa a Perugia la notte tra il primo e il 2 novembre dello scorso anno. A fare i nomi è l’ivoriano Rudy Guede, arrestato per la morte di Mez insieme a Raffaele Sollecito e Amanda Knox. E proprio contro i due coindagati Guede ha puntato l’indice nelle tre ore di interrogatorio in carcere con il pm umbro Giuliano Mignini. Il ragazzo ivoriano per la prima volta ha confessato di aver visto quella notte sia lo studente barese che l’americana nella casa di via della Pergola, ribadendo la propria innocenza. La versione di Rudy resta grossomodo la stessa. Ma le correzioni non sono di poco conto: dopo aver avuto un approccio sessuale con la giovane inglese, Guede sarebbe scappato in bagno. E mentre era lì con le cuffie, avrebbe sentito urla e rumori, tanto da uscire dalla toilette. Da qui in poi il racconto fatto al pm diverge dal passato: l’ivoriano ora dice di aver riconosciuto Sollecito e la Knox, che hanno sempre negato di aver messo piede lì. E, descrivendo Lele armato di coltello, Rudy praticamente lo indica come esecutore materiale dell’omicidio.

Le parole di Guede, che si sarebbe deciso a parlare dopo una lunga «trattativa indiretta», sono un duro colpo per l’alibi di Amanda e Lele, già attaccato dal lavoro della scientifica e dalle contrastate perizie sul pc del ragazzo. Ma la replica dei legali dello studente, Luca Maori e Marco Brusco, è durissima: «Se le indiscrezioni sull’interrogatorio fossero confermate - spiegano i legali - siamo di fronte a dichiarazioni suicide da parte di soggetto folle e disperato che getta fango su tutti per nascondere le sue evidenti responsabilità».

Intanto, mentre il primo aprile la Cassazione si pronuncerà sui ricorsi contro il «no» del Riesame alla libertà per Lele e Amanda, il nuovo scenario cambia le prospettive per procura e inquirenti. Gli investigatori perugini sono già al lavoro per verificare alcuni elementi della versione di Rudy.

Che avrebbe anche rettificato un altro particolare: l’ivoriano aveva detto di aver conosciuto Mez la notte di Halloween, ma ieri avrebbe spiegato che potrebbe essersi confuso con «un’altra ragazza in maschera». Lele e Amanda, additati come assassini dall’ivoriano, dovranno probabilmente attendere per dire la loro: solo dopo questi «nuovi accertamenti» il pm Mignini potrebbe metterli a confronto con il loro nuovo accusatore.

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