Pescara - Io do una mano a te e tu dai una mano a me. Nel segno del do ut des il sindaco di Pescara, Luciano D’Alfonso, segretario regionale del Pd, sfruttando imprenditori interessati, avrebbe collezionato una sfilza di reati. Nell’ordinanza di arresto il gip si sofferma su più riscontri bancari nella disponibilità del suo assistente particolare (Guido Dezio, definito «collettore di denaro dalle imprese») che dimostrerebbero entrate e uscite di tangenti. Non solo contanti, però. Cene elettorali pagate da costruttori, buoni carburante, viaggi omaggio e voli gratis per familiari e fedelissimi del sindaco. E ristrutturazioni di case a carico del Comune, quattrini pubblici per manifestazioni della Margherita, contributi in nero non dichiarati.
LIBRO MASTRO CIFRATO Un lungo elenco con i nominativi di imprenditori (da Toto di Airone, indagato, fino a De Cesaris, Di Properzio e Pierangeli), con accanto cifre in chiaro o cifre criptate precedute da una «N» (che starebbe per «in nero»), è stato sequestrato a Dezio, l’uomo del «lavoro sporco», tesoriere del partito Margherita per l’Abruzzo nonché «fornitore di false tessere politiche». Nella carpetta è riportato in grassetto: «De Cesaris 5n», «Di Vincenzo Dino 50n», «Costantini 4n», «Colanzi Pietro 5n», «Toto Alfonso 5n». Fuori bilancio, altri soggetti avrebbero dato al sindaco dai 3mila ai 15mila euro a testa.
PIZZINI CIMITERIALI E POLITICI In un appunto sequestrato a Massimo De Cesaris, vincitore dell’appalto sui cimiteri San Silvestro e Colle Madonna da 18 milioni di euro, tra anomalie e contestazioni (il progetto non era nemmeno conforme al Piano regolatore generale, gli aumenti per prestazioni funerarie sono schizzati del 400 per cento) si legge: «Aprile 2006, 5.000 privati». Tra i versamenti a titolo personale spiccano 13mila euro all’allora candidato D'Alfonso, 15mila per la Margherita (regionali 2005). Secondo un dipendente della ditta dei De Cesaris – vincitrice del project financing cimiteriale – questa ha effettuato «ampi lavori di ristrutturazione nella sede della Margherita e a casa di D’Alfonso». D’Alfonso, a verbale, ha minimizzato: «Trattasi di lavori irrilevanti», quando invece si sarebbero accertate opere di sistemazione e lucidatura parquet, lavori idraulici, elettrici, falegnameria. Anche al costruttore Costantini è stato trovato un appunto scottante con dazioni ai politici nell’anno 2004: troviamo ancora D’Alfonso, sottinteso «Luciano, 2.000, senza ricevuta». Interrogato sul post-it con su scritto «Ho già dato», Costantini ha ammesso pagamenti a Dezio.
GLI AMICI VOLANO AIRONE Per consulenti esterni vicini al sindaco, interessati al project financing dei cimiteri, il Comune ha tirato fuori la bellezza di 350mila euro. Una retribuzione – è scritto nelle procedure – da effettuarsi «a condizione che gli stessi approvino il progetto». Amici del sindaco anche gli imprenditori Carlo e Alfonso Toto, proprietari della compagnia Airone, interessati all’appalto Area di Risulta e Strada Provinciale 81. Così si spiegherebbe, annota il gip, il riferimento alla scritta «Toto 7N». Toto avrebbe pagato cene elettorali di D’Alfonso per 10mila euro, messo a disposizione un’Alfa Romeo 166, biglietti aerei per 25mila euro sulla tratta Pescara-Malta-Venezia, soggiorni in Resort per 8 persone, limousine con chaffeur, sale di hotel per summit di partito. Augusto Lamorfia, difensore dei Toto, nel pomeriggio ha fatto presente che i suoi assistiti «hanno sempre operato in totale trasparenza e nel rispetto delle leggi, e confidano che le indagini chiariranno la loro assoluta correttezza».
LA CONVENTION DI PRODI Riferimenti all’ex premier dell’Ulivo e al fratello si ritrovano tra le carte sequestrate al vice capo di gabinetto del sindaco laddove D’Alfonso si spende con una lettera a Vittorio Prodi per sollecitare un intervento in favore della Toto Spa per un cantiere stradale in provincia di Bologna. E ancora. Tra vistose cancellature e omissioni, si parla poi di spese «fantasma» per la fornitura di sedie e palchi, tavoli e gazebo, «per la convention Prodi di Pescara del 4 marzo 2006».
CERIMONIERI E NEMICI DI DEL TURCO Sfruttando la figura del cerimoniere (pagato dal Comune per gestire l’immagine del sindaco), il duo D’Alfonso-Dezio ricorreva ad un’ulteriore spesa per «pubblicità istituzionale» liquidando importi considerevoli «serviti probabilmente per finanziare campagne elettorali o manifestazioni politiche». Per non dire degli esborsi straordinari per le tipografie (manifesti e volantini) a carico del Comune e per altro ancora, come le cene in favore del candidato Roselli della Margherita o addirittura un caricabatteria per telefonino acquistato dal suo autista a Verona e rimborsato al sindaco che quel giorno era con Franco Marini a Pescara.
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