Le autorità di Tripoli rassicurano lItalia: nonostante le preoccupanti affermazioni del leader libico Muammar Gheddafi (il raìs aveva detto di considerare seriamente di sostituire le compagnie occidentali operanti in Libia con quelle di Paesi più in sintonia col suo regime, come la Cina, la Russia o lIndia) gli impegni sottoscritti con le compagnie petrolifere straniere, e quindi anche con lEni, saranno rispettati. «Scaroni è un amico, le porte per lItalia restano aperte», ha detto il ministro libico del petrolio Shukri Ghanem.
«Abbiamo unottima relazione con lEni, una compagnia che lavora qui dagli anni Cinquanta ed è tra le più importanti di quelle che operano in Libia - ha aggiunto Ghanem -. Noi svolgiamo un ruolo fondamentale per la sicurezza energetica dellItalia, Paese verso cui esportiamo un milione di metri cubici di gas allanno. Per quanto ci riguarda confermiamo tutti i contratti con Eni, e speriamo che facciano lo stesso», ha sottolineato il ministro, precisando che la Libia intende «onorare» tutti i contratti in essere con le compagnie petrolifere straniere.
Ghanem ha poi espresso rammarico per il fatto di non aver ricevuto aiuto, anche da parte dellEni, «per domare gli incendi in alcuni degli impianti del Paese durante i disordini, installazioni che se fossero esplose avrebbero causato una catastrofe naturale in tutto il Mediterraneo».
Le positive notizie provenienti da Tripoli hanno spinto verso lalto i titoli azionari dellEni, che alla Borsa di Milano hanno fatto registrare un +1,57%.
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