Petrolio sopra 142 dollari Luce e gas volano: +4%

Il greggio tocca i 142,26 dollari al barile. L’Autorità per l’Energia aggiorna i tariffari di luce e gas per il trimestre estivo: +4,3% per l'elettricità, +4,7% per il gas

Petrolio sopra 142 dollari 
Luce e gas volano: +4%

Roma - Record a ripetizione per il petrolio che frantuma anche il muro dei 142 dollari. I future sul Light Crude Usa di agosto hanno segnato un rialzo fino a 142,26 dollari e quelli sul Brent fino a 142,13.

Rincari nelle bollette Il caro petrolio pesa sulle bollette degli italiani. Dal prossimo primo luglio, secondo quanto reso noto dall’Autorità dell’Energia, le tariffe aumenteranno del 4,3% per l’elettricità e del 4,7% per il gas. Dall’inizio dell’anno, i rialzi passano così all’8% per la luce e al 7% per il gas, livelli inferiori al 51% fatto segnare dal petrolio.E ai rincari, avvertono gli esperti, è meglio abituarsi. Secondo il presidente di Federpetroli Italia, Michele Marsiglia, un barile a 170 dollari entro poche settimane "non è impossibile". Basta calcolare i prezzi delle ultime tre settimane, ha spiegato, "per vedere che ad ogni assestamento di qualche punto di dollaro a barile in meno, dopo pochi giorni è corrisposto un aumento di circa 2 dollari in più, se l’andamento è questo, 170 dollari sono la prossima tappa, senza alcuna meraviglia". E mentre la Coldiretti avverte che il crollo dei mercati finanziari oltre a far segnare il record del petrolio ha spinto al massimo storico anche i mangimi per gli animali da allevamento e quindi anche i costi di produzione di carne e latte, Vito Riggio, presidente dell’Enac, sottolinea che l’aumento del prezzo del petrolio rischia di mettere in ginocchio l’intero sistema del trasporto aereo italiano. "Se le previsioni su una ulteriore crescita del prezzo del barile si verificheranno - ha affermato - temo che a settembre tutte le aviolinee italiane vivranno una crisi drammatica, al limite della sopravvivenza".

Petrolio e minaccia della Libia Ma a spingere di nuovo verso il massimo le quotazioni del greggio è anche la minaccia della Libia, che ha ventilato la possibilità di tagliare la produzione perché il mercato - asseriscono i vertici della compagnia nazionale Noc - é "sufficientemente rifornito". Una visione supportata dai dati positivi sulle scorte americane relative alla scorsa settimana, sostiene Tripoli. La Libia è al terzo posto tra i principali produttori petroliferi africani dopo Nigeria e Angola. A prendere la parola é stato lo stesso numero uno della Noc, Shokri Ghanem. Nessuna menzione sui tempi di questa possibile decisione o sull'entità del 'taglio' produttivo libico. "Stiamo soppesando questa mossa - ha dichiarato - a causa delle minacce e delle intimidazioni contro l'Opec. Dobbiamo proteggere i nostri interessi". Ghanem ha fatto esplicito riferimento alle minacce di sanzioni contro l'Iran contro il suo programma nucleare e alle normative Usa che permettono azioni legali contro l'Opec per fare pressioni sul 'cartello' dei paesi produttori perché alzino le quote.

Investimenti esteri E a proposito dell'Opec, è preoccupante lo scenario avanzato dal presidente dell'organizzazione, l'algerino Chakib Khelil, secondo cui il barile potrebbe raggiungere i 150-170 dollari entro l'estate. Una corsa che, secondo Khelil, potrebbe essere innescata dall'Europa. "Tutto dipenderà dalla Banca centrale europea e dalla possibile decisione di rialzare i tassi di interesse - ha spiegato il numero uno dell'Opec -. A quel punto, credo che il prezzo del petrolio aumenterà ", ha aggiunto, escludendo però che il barile possa toccare quota 200 dollari. In Italia l'allarme per gli effetti del caro-greggio resta alto.

Le prospettive delineate dal Centro studi di Confindustria, dicono che i prezzi del petrolio "arresteranno la loro corsa", ma si manterranno sugli "elevati livelli correnti". Per quest'anno è così attesa una media sui 120 dollari al barile, 47 in più rispetto al 2007, mentre per l'anno prossimo si prevede una media a 130 dollari.

Nel rapporto sugli scenari economici messo a punto dai tecnici di Confindustria, si legge che per vedere una vera inversione di tendenza bisognerà attendere il 2009: da prossimo anno di farà "significativa la probabilità del verificarsi di un calo delle quotazioni del petrolio a 90 dollari al barile".

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