da Roma
Gianni Petrucci, presidente del Comitato olimpico italiano, ha lodato ieri in consiglio nazionale lazione della magistratura, incensato il commissario straordinario della federcalcio Guido Rossi (allordine del giorno lapprovazione della sua nomina, lui assente) e augurato un grande mondiale alla nazionale di Lippi con un classico «in bocca al lupo, azzurri». Non sono mancate lodi anche a Giovanna Melandri, neoministro dello Sport, dicastero che farà sempre più ombra al Coni, cosa che però sembra non preoccupare il suo numero uno. «L'autonomia è quella che tu ti meriti sul campo e noi l'autonomia ce la meritiamo e faremo di tutto affinché i rapporti tra il ministro Melandri e il sottosegretario Lolli siano di grande rispetto comune. Ben vengano nel nostro mondo, mondo che conoscono già». E sul rischio di un Coni svuotato di poteri Petrucci, vede roseo: «La nostra coscienza è a posto. Le preoccupazioni sussistevano appena nato il ministero, ma visto come siamo partiti e visti i rapporti attuali con ministro e sottosegretario, siamo certi di poter lavorare in sintonia ognuno nel rispetto dei propri ruoli».
Non tutti i presidenti presenti la pensano però come Petrucci. Di certo non Sabatino Aracu, a capo della federazione hockey e pattinaggio, nonché deputato della Cdl. Ha criticato la convocazione del consiglio federale, giudicandola tardiva: «Lo scandalo è scoppiato da un mese. Ci voleva tanto, visto che si trattava di uno tsunami, convocare telefonicamente un consiglio urgente?». Aracu e chi la pensa come lui ha assicurato che non chiederà dimissioni di sorta, ma ha ricordato come «nel '98, quando ci fu lo scandalo del doping, la giunta si diede un segnale forte. Ora invece mi sembra ci siano due pesi e due misure. Se un giorno non ci sarà più l'autonomia del Coni allora non ci dobbiamo lamentare».
Secondo Petrucci, invece, «il mondo dello sport deve essere bacchettato quando sbaglia», aggiungendo che «la scelta del professor Rossi è stata fatta dal Coni con piena convinzione e autonomia, sulla base delle intese con i membri di giunta, che erano quelle di individuare una persona di alto profilo, esterna al mondo del calcio, nella consapevolezza che solo un personaggio di indiscusse qualità e di grande autorevolezza professionale e morale, potesse affrontare un compito gravoso».
Per Petrucci, insomma, nessuna nuvola allorizzonte tanto da ribadire che «il Coni sarà vicino al commissario Rossi con spirito di ampio sostegno e nell'espletamento della funzione di indirizzo e vigilanza che la legge gli assegna». Per il massimo dirigente del Comitato olimpico italiano si tratta di «una vigilanza prettamente amministrativa, fatta di indirizzi, direttive, approvazioni di atti quali statuti, regolamenti e bilanci, vigilanza che può esternarsi in una serie di misure, di cui la più estrema è appunto il commissariamento».
E poi lazione della magistratura, da encomio: «Dobbiamo complimentarci ed essere grati alla magistratura perché, grazie alle sue iniziative e per gli strumenti di cui può avvalersi, sono venuti alla luce comportamenti e situazioni che ovviamente erano tenuti nascosti da chi li metteva in atto, proprio al fine di impedire che la vigilanza potesse essere esercitata». Quanto alle indagini sportive si arriverà in tempi brevi «all'accertamento delle responsabilità e alle sanzioni» per poi riscrivere tutto e portare via le macerie.
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